Dolore e commozione per la morte di Stefano

SPINEA. Dolore e commozione in due paesi, Spinea e Mirano, per l’improvvisa tragica scomparsa di Stefano Lazzarini, morto a 30 anni dopo uno schianto terribile in moto in via Noalese, a Moniego. A Spinea, dove Lazzarini viveva con la famiglia, in via Stampa a Orgnano e a Mirano, che frequentata con gli amici e la fidanzata, tutti ricordano il giovane dal cuore d’oro, con il sorriso sempre stampato sulle labbra e quella passione smisurata, ma sana, per le moto e il rugby.
Ora tutti si stringono attorno ai genitori, alla sorella e alla fidanzata, alla quale era unito da anni. Mentre amici e colleghi di lavoro restano in attesa della data dei funerali per potergli rendere l’estremo saluto, su Facebook e a Orgnano continuano ad arrivare messaggi di cordoglio per la morte del giovane e di riconoscenza per quanto Stefano ha saputo dare a chi l’ha conosciuto.
«I migliori se ne vanno sempre per primi», ha scritto la fidanzata Camilla ai tanti che in queste ore le si stanno stringendo attorno per farle forza. Anche i compagni del Rugby Mirano, dove ha militato, hanno voluto esprimere vicinanza alla famiglia e alla ragazza.
Stefano Lazzarini era appassionato di moto da molti anni: utilizzava la sua Ducati 999 rossa anche per andare a lavoro, soprattutto nella bella stagione e così stava facendo anche giovedì mattina. Stava percorrendo a velocità moderata via Moniego Centro quando, intorno alle 8.30, è sbucata all’improvviso da una laterale una Peugeot 208 in manovra di svolta, guidata da un quasi coetaneo del posto.
Lo scontro è stato inevitabile: Stefano Lazzarini non è riuscito a evitare l’ostacolo, picchiando duro contro la fiancata dell’auto e venendo disarcionato.
Prontamente soccorso dai sanitari del Suem, il giovane è stato trasferito d’urgenza all’ospedale dell’Angelo di Mestre, dove è spirato dopo una paio d’ore a causa di un arresto cardiocircolatorio. Fatali, probabilmente, le ferite riportate nello schianto.
La notizia della tragedia è arrivata in mattinata alla famiglia e ai colleghi della Moncler di Trebaseleghe, dove Stefano era diretto e che lo stavano aspettando invano per iniziare una riunione.
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