Dodicenne azzannato da un cane in spiaggia
JESOLO. Ragazzino aggredito da un cane, è di nuovo allarme a Jesolo. Era senza museruola e di grossa taglia quello che ha azzannato un ragazzino di 12 anni nei giorni scorsi al lido, vicino alla spiaggia. Sembra sia sfuggito alla padrona e abbia morso il ragazzino alla gola, ai fianchi e alle mani procurandogli ferite miracolosamente non gravi. Visto soprattutto che l’animale aveva morso il dodicenne al collo, sarebbe bastato davvero poco perché le conseguenze fossero ben più gravi.
Tanto che il padre del ragazzino, che è stato ricoverato in ospedale, si è sentito male per la grandissima e giustificata paura. Il dodicenne è stato dunque portato al Pronto soccorso dove è stato medicato e poi subito dimesso, ma la polemica si è subito accesa ed è solo all’inizio.
Il blogger Claudio Vianello, ex consigliere comunale, che su questo fronte è impegnato ormai da anni, lancia l’allarme: «Non possiamo rischiare la tragedia tutte le volte, bisogna intervenire».
Lui per primo, appassionato di maratone in tutto il mondo, allenandosi in spiaggia è dovuto trasformarsi più volte in un centometrista per sfuggire ai cani liberi sulla spiaggia.
Di recente era accaduto a un altro ex consigliere comunale, Andrea Tomei, sulla spiaggia di Cortellazzo, tanto che aveva annunciato di essere costretto ad armarsi per difendersi da eventuali episodi simili.
Adesso Vianello si sfoga: «Questo ultimo episodio è davvero gravissimo», ricorda, «perché il ragazzino se l’è vista brutta e tutta la sua famiglia è rimasta con il fiato sospeso per ore non sapendo quali potessero essere le conseguenze dell’aggressione. Siamo di fronte a un fatto culturale, a persone che guardano più alla sicurezza e tutela dei cani che non a quella dei bambini e degli uomini in generale. I cani sulla spiaggia non ci devono essere se non nelle aree loro dedicate e attrezzate, e devono avere sempre museruola e guinzaglio, altrimenti ci vogliono sanzioni severe che davvero dissuadano i padroni dal portarli in giro creando situazioni di vero pericolo».
Giovanni Cagnassi
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