Documenti per i profughi il Comune finisce nel caos

Cona. Sono 1.200 le carte d’identità chieste all’anagrafe in base al decreto Minniti Il sindaco Panfilio in contatto con il ministero: «Abbiamo solo due dipendenti»
CONA. Una fila di oltre 1.200 persone che, dall’ingresso del municipio, a Pegolotte, arriverebbe fino quasi al centro della frazione di Cona. L’immagine rende l’idea di cosa potrebbe significare, per gli uffici comunali, l’adempimento di una nuova norma del decreto Minniti che dà la possibilità, anche ai migranti presenti nei centri di accoglienza temporanea, come quello di Conetta, di ottenere la carta d’identità dopo aver ottenuto il permesso temporaneo di soggiorno in Italia, che viene rilasciato, in genere nell’arco di sei mesi, a chi richiede la protezione internazionale.

Tra il 1.310 ospiti di Conetta, il 95% è in queste condizioni e la cooperativa che gestisce la base e che deve far da tramite per questi adempimenti, ha già pronta la documentazione per oltre 1.200 persone. Ma, su richiesta del sindaco, Alberto Panfilio, ha rinviato di una ventina di giorni, la presentazione delle domande. «Non ho il personale per affrontare una simile mole di lavoro», dice il sindaco, «sono in contatto con il capo di gabinetto di Minniti per vedere se sia possibile modificare la norma o trovare una soluzione diversa. In una grande città non farebbe differenza, ma qui non abbiamo la struttura amministrativa adatta». La concessione della carta d’identità ai profughi è un tema che ha scatenato aspre polemiche politiche ma, dal punto di vista dell’ordine pubblico, avere a che fare con persone che hanno una “identità” riconoscibile in Italia facilita sicuramente il compito delle forze di polizia.

Inoltre il “documento” cui aspirano tutti i profughi può essere un incentivo a un corretto comportamento. Molte delle proteste scoppiate a Conetta avevano come ragione di fondo i lunghi tempi di attesa per ottenere un qualche tipo di “documento”. Ma per il Comune di Cona, il problema è meramente pratico: rilasciare 1.200 carte d’identità nell’arco di poche settimane è praticamente impossibile per i due impiegati dei servizi demografici, perché paralizzerebbe ogni altra attività. Senza tener conto delle verifiche connesse (obbligatorie per legge) che costringerebbero i due agenti di polizia locale a compiere continue visite all’interno della base per verificare se effettivamente chi chiede il documento, viva lì. E ci sarebbero, poi, gli adempimenti legati ai controlli di polizia su chi, da Cona, dovesse spostarsi altrove. Insomma, un caos. E non ci sarebbe neppure, con l’aumento dei residenti (ora poco sotto i 3.000), un aumento dei trasferimenti statali perché questi non dipendono dal numero dei residenti, ma dalle tasse pagate. Aumenterebbe, probabilmente, l’indennità del sindaco ma, dice Panfilio, «con tutti questi problemi, non ne vale proprio la pena».

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