Documenti falsi alla dogana fermato 3 volte in un mese
Cittadino iracheno di 28 anni arrestato venerdì pomeriggio allo scalo di Tessera Ha esibito un passaporto danese non regolare. Domani sarà davanti al giudice
Tessera 10/09/01 Aeroporto Marco Polo controlli polizia di frontiera.. (C) Bertolin M. richiesto da De Polo
Voleva imbarcarsi su un volo per l’Irlanda nel pomeriggio di venerdì e agli agenti della polizia di frontiera di Tessera ha mostrato il suo passaporto. Un documento che al personale di stanza all’aeroporto Marco Polo è risultato falso, e che gli accertamenti successivi hanno fatto risalire a un furto messo a segno in Danimarca nel 2013. È bastato un rapido controllo nel database per scoprire che quella stessa persona - che dice di essere di nazionalità irachena e di essere nata nel 1989 - era stata fermata già due volte nell’ultimo mese: una volta dalla polizia di frontiera di Milano, l’altra da quella di Pisa. Sempre per lo stesso motivo. Ecco che allora, in un momento in cui l’allerta alle frontiere è massima per il terrorismo che continua a colpire l’Europa, il caso ha imposto la massima attenzione.
Il giovane, su disposizione del pubblico ministero di turno Fabrizio Celenza, è stato arrestato con le accuse di possesso di documenti falsi e di ricettazione, essendo il documento provento di furto. Il sostituto procuratore ha disposto che il 28enne venisse portato in carcere a Santa Maria Maggiore in virtù del rischio di fuga e di reiterazione del reato, tenuto conto del doppio precedente nelle ultime settimane. Domani mattina, difeso d’ufficio dall’avvocato Giuseppina Boscolo, il 28enne comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida dell’arresto. Il giudice si esprimerà anche sulla misura cautelare.
Nel corso dei controlli a carico dell’uomo eseguiti dal personale della polizia di frontiera è stato accertato che nell’ultimo mese aveva esibito un documento falso all’aeroporto di Milano, da dove voleva partire, e all’aeroporto di Pisa, in rientro da un viaggio. Per questi due episodi era stato processato per direttissima e poi rilasciato. Ora la Procura di Venezia vuole vederci chiaro, approfondendo la posizione dell’uomo che, agli agenti della polizia di frontiera, ha detto di poter dimostrare, grazie ad alcune fotografie salvate nel cellulare, che il documento falso gli era stato spedito tramite un corriere espresso e che lo aveva ricevuto in Italia.
Da chiarire anche il motivo per cui questa persona abbia girato l’Italia e l’Europa avendo in tasca documenti non regolari, oltre che la sua reale identità e la fonte di approvigionamento dei documenti falsi. Al momento la Digos lagunare non è stata interessata del caso.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video