Doccia fredda sul futuro dell’Sfmr «Ripensare il tipo di trasporto»

Baggio, dirigente Trenitalia, all’incontro organizzato dalla Municipalità: i veneziani preferiscono il bus L’assessore Boraso sollecita l’intervento della Procura: «Spesi centinaia di milioni dei cittadini»
Di Marta Artico
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Municipio Mestre/ Assemblea pubblica sul "S.F.M.R. tra passato e futuro"
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Municipio Mestre/ Assemblea pubblica sul "S.F.M.R. tra passato e futuro"

MESTRE. «Un conto è spostarsi su due binari, un conto su quattro: introdurre nuove fermate significa rivedere l’offerta e al netto delle difficoltà dei cittadini dovremmo pensare al modello di esercizio e di trasporto che vogliamo. Investimenti in passato ne sono stati fatti, sul futuro si deve riflettere». Detto in altri termini, forse l’Sfmr oggi non è poi la scelta più giusta così com’è stata progettata e andava pensata diversamente, specialmente se pensiamo che le fermate sono vicine e più treni tra Mestre e Venezia, non ce ne stanno.

La doccia fredda all’incontro organizzato dalla Municipalità di Mestre assieme a quella di Chirignago “Sfmr tra passato e futuro” moderato dalla giornalista de La Nuova Venezia, Mitia Chiarin, arriva da Tiziano Baggio, direttore del Servizio trasporto regionale del Sistema metropolitano regionale di Trenitalia. «Noi ci occupiamo di trasporto, siamo pagati dalla Regione e il nostro contratto scade nel 2023», premette. Poi i numeri: «Mestre e Venezia sono il centro del traffico ferroviario veneto, una rete molto ben progettata. Gli spostamenti giornalieri sono 70mila, 35mila utenti in auto, poco meno in autobus, in treno sono meno di 1000 al giorno. Da fuori Comune, invece, gli spostamenti sono circa 30mila, divisi equamente tra auto e treno». Precisa: «I numeri dicono che i veneziani preferiscono spostarsi in bus. È vero che l’Sfmr è stato pensato in modo importante, ma le risorse sono quello che sono. Si chiama Sistema metropolitano regionale ma la metropolitana è un’altra cosa. Un conto è spostarsi su due binari, un conto su quattro. Domandiamoci: qual è il modello di trasporto che vogliamo? Ci sono risorse per pagare l’aumento del traffico ferroviario? La nostra è una società per azioni. Attendiamo la fine del contenzioso e chiediamoci con queste due fermate quanti veneziani spostiamo dai bus ai treni».

Alla domanda se questi studi andavano fatti prima la risposta è chiara: «Quando facciamo una bretella per l’aeroporto, dobbiamo sapere prima che servizi vogliamo».

Alla riunione erano presenti, tra gli altri, il parlamentare Michele Mognato; il vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo; per le Municipalità il presidente di Mestre Vincenzo Conte e di Chirignago, Gianluca Trabucco, i delegati di settore, oltre ai rappresentanti di vari Comitati cittadini. Sul tappeto problemi che si trascinano da anni, cantieri bloccati di Gazzera e Olimpia da otto mesi, residenti imprigionati tra i passaggi a livello, ditte fallite.

Pigozzo ha annunciato un’interpellanza in Regione su tutti i problemi relativi ai cantieri, alle ditte, alla viabilità e sui dati. Boraso ha invocato l’apertura di indagini da parte della Procura della Repubblica: «Spero che di fascicoli ne vengano aperti tanti. L’Sfmr è un progetto a cui la Regione ha dato il via da anni, ma che, nonostante siano stati spesi centinaia e centinaia di milioni di euro dei cittadini, rimane in gran parte sulla carta: e questo qualche domanda, su come siano stati spesi i soldi pubblici, ce la fa porre. Delle quattro fasi previste non si è realizzata, al 90%, che la prima, e molti interventi sono stati eliminati in corso d'opera. Per quanto riguarda il nostro territorio comunale è sparito ad esempio il progetto della stazione di Marocco, mentre i cantieri per quelle di via Olimpia e della Gazzera sono fermi per il contenzioso aperto dalle ditte appaltatrici. Da parte nostra stiamo facendo quel che ci compete: procede la realizzazione della “bretellina”, nella strada dell’area Cav che permetterà alle famiglie 'imprigionate tra i due passaggi a livello della Gazzera di poter raggiungere direttamente almeno la Castellana».

«Il Comune non può venire qui a lamentarsi con la Regione», ha commentato il capogruppo del Pd, Andrea Ferrazzi, «deve agire, non è possibile che Boraso dica semplicemente che la Regione non risponde». Mognato ha ripercorso la decennale vicenda e spiegato che le imprese stanno provando a chiudere un accordo.

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