Divieto d’accesso a duemila loculi
Diverse zone ancora chiuse per infiltrazioni, proteste dei cittadini. Veritas: «In primavera i cantieri»
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Cimitero/ Degrado al cimitero di Mestre
Anche quest’anno la ricorrenza di tutti i defunti, il 2 novembre, al cimitero di Mestre si vive in mezzo alle difficoltà. Duemila loculi transennati da anni perché le infiltrazioni hanno messo in pericolo la tenuta delle coperture delle strutture che ospitano i loculi dei morti.
E così anche quest’anno il rito di portare un fiore al caro estinto a Mestre nel giorno tradizionalmente dedicato ai defunti nell’ala più vecchia del cimitero di Mestre diventa un percorso ad ostacoli. Chi passeggia nella zona dietro la vecchia chiesetta del cimitero non può non notarlo.
Caro estinto tra le transenne.
Transenne in mezzo ai fabbricati che ospitano i loculi oppure a ridosso delle due ali di lapidi sotto gli archi della vecchia chiesetta. E ancora vecchie cappelle di famiglia chiuse alle visite così come tratti del vecchio muro di cinta che ospitano vecchie sepolture. Tutte sono chiuse al pubblico dalle transenne.
Avvisi disattesi.
E gli avvisi mettono in guardia i visitatori: “Attenzione! Fabbricato chiuso per motivi di sicurezza”, è la scritta che si ripete. Ma con il tempo, donne e uomini hanno imparato a spostare le transenne e fare comunque visita al caro estinto. Il rispetto per chi se ne è andato produce una sorta di “ribellione” a una situazione di degrado che va avanti da anni, oramai. Donne e uomini, molti anziani, si muovono tra le transenne, decisi ad accudire la tomba di un parente caro, tenendola pulita e portando fiori. Una situazione al limite che va avanti da troppo tempo.
I cantieri dal 2018.
Ma il 2018 porterà i tanto attesi cantieri di sistemazione. Lo conferma Veritas che ha in gestione i cimiteri della città e spiega che tra poco partirà la gara di assegnazione dei lavori e, valutati i tempi tecnici, la previsione è che entro la primavera 2018 dovrebbero iniziare i lavori.
Un milione dal Comune.
A garantire il finanziamento era stata lo scorso agosto la giunta Brugnaro con uno stanziamento da un milione di euro per intervenire su quei 2 mila loculi inaccessibili, perché transennati causa pericoli causati da infiltrazioni. Altri 115 mila euro serviranno per sistemare il muro di cinta. Un altro milione va alle manutenzioni nei cimiteri di terraferma, aveva deciso l’amministrazione comunale veneziana su proposta dell’assessorato ai Lavori pubblici di Francesca Zaccariotto che aveva criticato il mancato intervento delle precedenti amministrazioni. Nel frattempo la situazione, nota a tutti, ha potuto solo peggiorare. Portando anche a casi limite.
Il caso delle ossa In container.
Lo scorso febbraio avevamo denunciato la assurda vicenda di cui è protagonista Lucia Chiavegato, consigliera cinque stelle a Chirignago-Zelarino, che a gennaio 2017 aveva spostato i resti del padre, morto 25 anni fa, dal cimitero di Venezia, dove era sepolto, a quello di Mestre per ospitarlo nella stessa cassetta che ospita i nonni, i genitori del padre. Proprio a causa dell’inagibilità dei loculi, la donna a Mestre si è vista negare la tumulazione e i resti del padre sono finiti depositati, senza alcuna scadenza temporale, in un container che non si può né visitare. Chiuso a tutti, parenti compresi anche nel giorno dedicato ai morti. Mesi dopo la Chiavegato ha dovuto scegliere. «Stanca di avere le ossa di mio padre dentro un container alla fine ho deciso di acquistare un altro ossario e ho pagato a Veritas 500 euro», spiega la Chiavegato. «Alle mie rimostranze non ci sono mai state risposte. Ora so che il Comune ha deciso di intervenire ma non potevo aspettare oltre». Ora tutti sperano che nel 2018 quei duemila defunti trovino pace, davvero.
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