Diventa uomo, all’anagrafe resta donna

Veneziano cambia sesso in Germania, dove vive da vent’anni: «Troppi soldi e ostacoli per formalizzare il cambio di nome»
Di Elisabetta B.anzoletti

VENEZIA. Uomo dentro, donna fuori. Un’operazione che dopo 40 anni ristabilisce la sua vera essenza, ma una burocrazia, quella italiana, che non permette di ricominciare con una vita normale. È la storia di R.C., un veneziano sulla quarantina da vent’anni residente in Germania, ad Amburgo.

Ora R.C. è un uomo, ma la sua carta d’identità riporta un nome e un sesso femminile e per sistemare i documenti servirà una sentenza del Tribunale di Venezia per la quale forse ci vorranno altri due anni. «Altri due anni di agonia», racconta, «non ne posso più. Ho aspettato già troppo per decidermi a fare l’operazione e liberarmi finalmente di una condizione che mi faceva vivere male. Mi sono operato due anni fa a Monaco e pensavo di chiudere così un capitolo della mia vita e iniziare da zero. Poi ho scoperto che la modifica dei documenti in Italia è lunga e complicata. Occorre rivolgersi al Tribunale dove ricade la residenza e prendersi un legale». Per R.C. inizia un’altra odissea.

Le telefonate dalla Germania in Italia agli uffici del Comune di residenza per capire cosa fare, le telefonate alla cancelleria del Tribunale di Venezia, le telefonate agli amici per avere consigli, le telefonate ad uffici legali per capire i costi di un avvocato. L’operazione per il cambio di sesso e la lunga convalescenza necessaria hanno creato anche qualche difficoltà lavorativa all’uomo, impegnato nell’ambiente sanitario. «Non è facile arrivare in un posto di lavoro come uomo e poi mostrare dei documenti in cui sei registrato come donna», continua il transessuale, «anche per questo speravo di formalizzare quanto prima il cambio di nome, invece non sarà così. E quindi dovrò attendere anche per sistemarmi dal punto di vista professionale. Intanto pagherò 2.500 euro per l’assistenza di un legale nella pratica di modifica del sesso rispetto a quanto dichiarato nell’atto di nascita (legge 164 del 1982 ndr)».

In pratica solo dopo una sentenza del Tribunale che sancisce la modifica del sesso viene trasmesso all’ufficiale di Stato civile del Comune di residenza la richiesta di “rettificazione” dell’atto di nascita. E da lì si possono poi ottenere i nuovi documenti. In Germania il cambiamento di sesso è più semplice da formalizzare anche nei documenti. «Molti mi hanno suggerito di richiedere la nazionalità tedesca per velocizzare», spiega R. C., «però non voglio cercare scorciatoie, sono italiano e voglio che mi sia riconosciuto un diritto civile nel mio paese. La mia è una battaglia di principio».

R. C. è stanco di aspettare per costruirsi una nuova vita. Si guarda allo specchio e si vede per quello che da sempre si sentiva. E vuole che esibendo la carta d’identità o la patente nessuno possa fare domande o riportarlo alla vecchia vita. «Io sono nato uomo in un corpo di donna», spiega, «Ero prigioniero. Già da piccolo mi sentivo un maschietto. Poi con la maturità ho capito tutto. I miei genitori non hanno compreso le mie angosce e non hanno condiviso il percorso. Non torno spesso in Italia, ma mi sento italiano».

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