Ditec, ultimo giorno domani la chiusura Incontro in Regione
QUARTO D’ALTINO. Domani sarà l’ultimo giorno di lavoro per i dipendenti della Ditec, la ditta altinate di via Pascoli che produce cancelli e porte automatiche e che fino a qualche anno fa dava lavoro a 130 persone che producevano eccellenze made in Veneto. I lavoratori ci hanno creduto fino in fondo, ma nonostante ciò, domani varcheranno per l’ultima volta il portone di entrata. Adesso si lotta contro la deindustrializzazione del sito e del territorio, un tema caldo in questi giorni non solo in Veneto ma in tutta l’Italia, il depauperamento del tessuto produttivo, le aziende che chiudono, quelle che se ne vanno, le multinazionali che lasciano il Paese e le ditte locali che investono, ma non da noi.
Ieri si è svolto in Regione, che funge da collante, l’incontro operativo sul dopo chiusura, tra Provincia, Confindustria, azienda, sindacati, Rsu. Presenti i sindaci di Quarto d’Altino, Silvia Conte e di Marcon, Andrea Follini. «Si continua lavorare per creare dopo l’accordo siglato al Mise, le giuste condizioni per mettere sul mercato del lavoro le professionalità e le potenzialità dei lavoratori dell’azienda», spiega Follini, «la maggior parte dei 57 a casa, sono marconesi. È stato un incontro positivo, il precedente, pre-tavolo al ministero dello Sviluppo Economico era stato solo interlocutorio, adesso si sta lavorando per fare tutto il possibile per rendere appetibili i lavoratori, grazie a percorsi formativi».
Presente anche Veneto Sviluppo, com’era stato richiesto. «È stato il primo incontro del tavolo dopo l’accordo», ribadisce Conte, «abbiamo iniziato a ragionare su elementi concreti, come la dote economica che può andare al lavoratore e all’imprenditore del territorio che assuma i dipendenti come da accordo sottoscritto, ho apprezzato la disponibilità di Confindustria a lavorare in un’ottica di marketing territoriale. Oltre alla battaglia per la tutela del lavoro, è importante creare le condizioni migliori per chi fa impresa. Ci stiamo dando un metodo di lavoro, da un lato in vista del collocamento e dall’altro della reindustrializzazione del territorio. È stato ulteriore passaggio per scaldare i motori in vista della sinergia tra enti».
Marta Artico
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