Disturbi alimentari, chat sotto accusa

Convegno e mostra per sensibilizzare e denunciare comportamenti scorretti

«Sono in prima linea contro l’omertà che gira attorno a questa malattia, dopo aver sofferto per nove anni. Ci battiamo per avere sempre più centri e professionisti che si occupino dei disturbi dell’alimentazione ma anche contro le chat, come quelle su whatsup, dove si fa bullismo promuovendo pratiche per non mangiare». Sandra Zodiaco, veneziana, è uno dei volti dell’associazione “Mi nutro di vita” e gira l’Italia per parlare di un problema che tocca tantissime famiglie. Ovvero i disturbi dell’alimentazione, dall’anoressia alla bulimia, passando per il binge eating, il disturbo da alimentazione incontrollata.

Si stima che in Italia, ci siano almeno 3 milioni di giovanissime donne, e anche ragazzi, spesso adolescenti, che soffrono di questi disturbi. A volte si inizia da giovanissimi. Spesso il male non lo si vede subito. E si stima siano 3.600 le storie che drammaticamente terminano in suicidi. Come è accaduto a Mestre, solo pochi giorni fa.

Il problema sconvolge le vite di giovanissimi adolescenti, alla ricerca di una identità; sconquassa le famiglie; interroga gli educatori. Nel territorio della vecchia Ulss 12, spiega il dottor Paolo Salvador, responsabile del Polo Adolescenti Usl 3, ci sono una quarantina di casi sotto cura con un approccio plurispecialistico. «Il problema non è solo l’anoressia o la bulimia, sono tutti i disturbi correlati e il percorso è molto lungo. Si interviene a livello ambulatoriale e ospedaliero con una serie di sinergie con i reparti di Pediatria di Mestre, psicologi, Psichiatria e se serve, contiamo sull’aiuto della “Casa delle farfalle” di Portogruaro», spiega il medico. Ma dal territorio arrivano richieste di avere più centri nell’area metropolitana. Margherita Benigni, docente del liceo Morin, racconta: «Il problema è serio e noi spesso non siamo preparati. E credo serva un patto con l’Asl 3 per aiutare questi ragazzi perché con il ricovero coatto a Portogruaro, unica struttura del territorio, ci sono state ragazze che hanno perso l’anno scolastico. Strutture simili servirebbero anche a Mestre e noi docenti abbiamo bisogno del sostegno dell’Asl». Concorda Carla Chiaravalle, 45enne mestrina che non senza difficoltà, è riuscita a lasciarsi alle spalle bulimia e fame incontrollata. «All’epoca io non ho trovato strutture che potessero aiutarmi», ci racconta, «in consultorio non sapevano che fare. Oggi molte cose sono cambiate, servono sicuramente più centri che si occupino di questi temi», racconta.

Già parlarne è importante. L’associazione “Mestre Mia” con il presidente Andrea Sperandio ha organizzato, quindi, con Comune e Usl 3, per domani, sabato 24 marzo, varie iniziative per la settima Giornata del “Fiocchetto Lilla”. «Abbiamo il dovere morale e civile di sensibilizzare la cittadinanza su questo tema – ha detto l’assessore Paola Mar – che coinvolge le famiglie, la scuola, le istituzioni. Non ci si deve vergognare ma è necessario trovare il coraggio di riconoscere che c’è un problema che si manifesta con il disturbo dell’alimentazione, ma che nasce all’interno della famiglia e tocca da vicino tutta la società». Al Municipio di Mestre per una settimana è ospitata la mostra fotografica “Odi et amo" di Tatiana Mura (inaugurazione sabato alle 11). Protagonista, una forchetta. E sabato, al Laurentianum, dalle 16, si terrà la conferenza “Oltre i Disturbi del comportamento alimentare”, alla quale interverranno medici e testimoni diretti, saranno presentati libri e filmati sull’argomento dei disturbi alimentari. Per battere la vergogna e dare una mano, davvero.

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