Distretto di polizia locale arriva il primo sì di Musile
MUSILE. Nasce il distretto di polizia locale tra San Donà, Musile, Noventa e Ceggia. È stato il Consiglio comunale di Musile, ieri mattina, a esprimere per primo il parere favorevole all’approvazione della convenzione tra i quattro Comuni. E da Musile è arrivata anche una prima apertura verso l’armamento dei vigili: a favore si sono schierati sia la maggioranza leghista sia il Pdl dai banchi dell’opposizione. È bene precisare che la convenzione, che ora sarà approvata dagli altri tre Comuni, da sola non dà l’assenso all’armamento. Per dotare di pistola il proprio corpo di polizia locale ogni Comune, se riterrà di farlo, dovrà approvare un’apposita delibera in Consiglio. Ma il segnale politico rimane, tanto più che a San Donà sull’ipotesi di armamento è già bagarre nel centrodestra.
A Musile, invece, la questione pistola è stata sollevata da Osvaldo Biancon, consigliere del Movimento 5 Stelle, decisamente contrario a ogni ipotesi di armamento. «Non c’è la necessità che i vigili urbani siano armati per la loro attività», ha scandito Biancon che ha presentato un emendamento, poi bocciato, per non permettere il porto d’armi ai vigili sul territorio comunale.
«Come Amministrazione di Musile siamo favorevoli all’armamento dei vigili per le funzioni che la polizia locale ha assunto in questi anni e ancor più dovrà assumere in futuro», ha spiegato il sindaco Gianluca Forcolin, «crediamo che nell’evoluzione di queste funzioni sarà importante investire in attività di vigilanza del territorio insieme alle forze dell’ordine. Per questo siamo convinti che dovremo arrivare alla dotazione dell’arma, ovviamente con la dovuta formazione degli agenti».
Pro pistola si è schierato anche il Pdl, che chiede all’amministrazione di portare avanti in tal senso una precisa volontà politica. «Auspichiamo che ci sia un impegno politico perché il Comune di Musile prenda la decisione di dire sì all’armamento dei vigili, fatta salva la necessaria formazione degli agenti», ha detto il consigliere Ivan Saccilotto, «al di là del regolamento, ci deve essere la volontà politica perché dobbiamo dare un segnale ai cittadini».
Chi nutre dubbi sull’armamento dei vigili è il Pd. «Non condividiamo che una persona venga armata senza un adeguato percorso formativo che sia definito quanto meno da una norma nazionale. Per noi ora non ci sono le condizioni per armare i nostri vigili», ha commentato il capogruppo Massimiliano Capiotto, «se in futuro si intenderà farlo, devono essere poste condizioni particolari per una formazione adeguata e poi se ne potrà parlare in maniera più serena».
Giovanni Monforte
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