Dissidente anti-Putin coinvolto in una rissa e arrestato: rischia l’estradizione
VENEZIA. È stata una rissa con alcuni amici a far scattare i controlli della Digos su Oleg Vorotnikov, il leader del movimento artistico di strada Voina (da cui nacquero, nel 2011, le Pussy Riot), avversario del presidente Vladimir Putin, che si trova attualmente in carcere a Venezia. Gli agenti hanno così scoperto che l'uomo era nella lista dei ricercati dell'Interpol dal 2011 per una condanna definitiva emessa in Russia per un'aggressione.
Vorotnikov è stato bloccato nel capoluogo lagunare per una zuffa violenta con le persone che lo stavano “ospitando” nell'ex ospizio occupato di Santa Marta, struttura occupata da quanto rimane del gruppo di anarchici che avevano occupato Ca' Tron, poi fatta sgomberare dal Rettore, e da altri giovani espulsi da centri sociali perché coinvolti in spaccio e altri reati che poco hanno a che fare con l'impegno alla disobbedienza. Durante la rissa l'uomo sarebbe stato visto imbracciare un'accetta contro una porta. Sono stati alcuni testimoni a far intervenire gli agenti, che hanno accompagnato l'uomo in ospedale, dove gli sono state riscontrate lesioni al volto guaribili in 10 giorni.
Successivamente all'identificazione e alla scoperta che sulla sua testa pendeva un mandato di arresto internazionale, è stato condotto nel carcere di Venezia.In Russia, Vorotnikov, è accusato di vandalismo, oltraggio all’autorità e di aver aggredito un agente di polizia. Una decisione sulla sua estradizione in Russia è imminente.
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