Disordini in Egitto, una famiglia veneziana bloccata in aeroporto
SAN MICHELE. Il tour operator non si fa più vedere, l’aereo per Bologna è sparito. Un centinaio di italiani, tra essi anche un bambino diversamente abile, sono bloccati all’aeroporto egiziano di Sharm El Sheikh. Le proteste contro il presidente Morsi non c’entrano nulla, visto che gli altri voli sono stati regolari, quindi i passeggeri stanno subendo uno dei classici inconvenienti dei charter, in questo caso organizzato dal tour operatir Viaggi del Turchese, con sede a Fidenza in provincia di Parma. Tra i turisti prigionieri, illusi di poter imbarcarsi con un volo diretto all’aeroporto Marconi di Bologna, c’è un rappresentante farmaceutico di San Michele, Stefano Mecchia, 40 anni, che ha trascorso una settimana di vacanza con la compagna Elisa Bedin e il figlioletto. Assieme a loro un’altra famiglia veneta, residente a Belluno. Da ieri mattina alle 7, ora in cui avrebbero dovuto imbarcarsi, hanno provato ripetutamente a contattare il tour operator. Tutto inutile, non ha risposto nessuno. I connazionali intrappolati a Sharm sono disperati. Si sentono sotto sequestro, ostaggio della polizia egiziana, senza nessun aiuto. L’acqua poi scarseggia e la situazione di ora in ora si sta facendo sempre più difficile e complicata.
Anche perché la situazione politica in Egitto rischia di precipitare, con profonde ripercussioni anche sulla sorte di questi italiani. Ieri pomeriggio la Farnesina ha fatto sapere che una sola chiamata era giunta al centralino con richiesta d’aiuto per i connazionali bloccati all’aeroporto. L’aeroporto Marconi di Bologna invece ha fatto sapere che si sono registrati, durante l’intero arco della giornata di ieri, diversi arrivi da Sharm el Sheik. A quel punto era chiaro che qualcosa non quadrava nell’organizzazione del volo e soprattutto nel rimpatrio degli italiani. «Qui stiamo impazzendo», sottolinea Stefano Mecchia, «non ci dicono nulla, ci tengono prigionieri in aeroporto e possiamo comunicare solo via sms. Non possiamo utilizzare internet. Abbiamo provato a contattare dei numeri fornitici dalla Farnesina ma non sono utilizzabili». Di ora in ora cresce l’angoscia anche perché dalla capitale dell’Egitto, Il Cairo, non giungono notizie rassicuranti con morti e incidenti. È arrivata poi una chiamata della console di Sharm che ha promesso di trovare agli italiani assistenza e sistemazione per la notte. Alle prime luci dell’alba la situazione potrebbe essersi sbloccata. Stefano Mecchia e la sua famiglia sperano di poter rientrare presto a casa, insieme agli italiani.
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