Disoccupati, sportelli in tilt per troppe richieste e la Regione Veneto dribbla la legge
MESTRE. Continuano le interminabili file di lavoratori del turismo, che hanno appena concluso la stagione estiva, davanti ai Centro per l'Impiego (gli ex ufficio di collocamento) per presentare la domanda all’Inps l’indennità di disoccupazione, la cosiddetta Naspi e firmare il “Patto di servizio” per la ricerca di una nuova occupazione. Ma con solo 73 dipendenti in tutto, i sette Centri per l’impiego dell’area metropolitana (l’ex Provincia) di Venezia non ce la fanno a smaltire in tempi celeri le pratiche relative a migliaia di disoccupati stagionali che si aggiungono a quelli altrettanto numerosi che sono stati licenziati od hanno esaurito il diritto alla cassa integrazione. Così per smaltire le file - particolarmente lunghe da giorni a Portogruaro, Jesolo e Venezia - la Direzione Lavoro della Regione Veneto non ha esitato a inviare una circolare ai Patronati sindacali (autorizzati a istruire le pratiche della Naspi) in cui avverte che per decongestionare gli sportelli dei Centri per l’Impiego «dal grande afflusso di lavoratori stagionali, preoccupati di dover siglare il patto di servizio per accedere all’indennità di disoccupazione» non è necessario “perdere tempo” anche per la firma del suo “Patto di servizio” personalizzato.
Insomma, per smaltire le file di disoccupati, l’assessorato regionale preposto alle politiche del Lavoro, non trova di meglio che dribblare la legge e dire ai Patronati sindacali di «limitarsi» a completare le pratiche per garantire l’assegno mensile di disoccupazione (Naspi) agli stagionali che ne hanno i requisiti e solo per il periodo previsto e lasciar perdere tutto il resto.
Per quanto riguarda la firma del “Patto di servizio” entro quindici giorni dalla data di presentazione della domanda - obbligatorio per legge al fine di impegnare il disoccupato in un percorso di formazione e ricerca per la ricollocazione al lavoro, in modo da uscire dal puro assistenzialismo e promuovere invece la ricollocazione dei disoccupati nel mercato del lavoro - la Direzione regionale del lavoro scrive, nella circolare firmata dal direttore Pier Angelo Turri, che malgrado la legge lo preveda, non è necessario mandare i disoccupati ai Centri per l’Impiego per la “stipula” del Patto in cui si rende disponibile per una nuova occupazione «entro 15 giorni dalla data di presentazione all’Inps della domanda del Naspi». Il lavoratore - specifica la circolare inviata anche ai Patronati sindacali - acquisisce, comunque, lo stato di disoccupazione e percepirà l’assegno dell’Inps; sarà poi il Centro per l’Impiego a convocare il lavoratore nel termine che sarà fissato in un prossimo decreto del ministero del Lavoro».
In attesa degli incontro previsto per giovedì in Città metropolitana e quello alla Regione la prossima settimana, i segretari della Fp-Cgil, Daniele Giordano e Giancarlo Da Lio, denunciano o «il grave ritardo con cui la Regione Veneto sta affrontando i disservizi di questi giorni nei Centri per l’Impiego che, solo grazie alla dedizione e alla professionalità del personale, hanno retto i numeri impressionanti delle persone che sin dalle prime ore della mattina si sono presentate negli uffici».
Del resto la circolare regionale che «di fatto cancella il requisito dei 15 giorni per la firma del Patto di Servizio», aggiungono i sindacalisti della Cgil, «non hanno sortito alcun effetto sulle code davanti ai Centri per l’Impiego». Netto e negativo il giudizio della Cgil per il modo in cui opera la Regione di operare nella gestione dei Centri per l’Impiego a lei affidati dalla recente riforma che ha abolito la Provincia di Venezia, trasformandola in Città metropolitana : «con le sue indicazione, la Regione invece di affrontare il problema, delegittima le politiche attive dal lavoro fornite dai servizi pubblici in quanto il Patto di servizio dovrebbe servire a ricollocare le persone nel mercato del lavoro».
«L’assessore Donazzan che parla di lotta a sprechi e disservizi per rilanciare le politiche attive del lavoro», sottolineano Giordano e Da Lio, «con la sua circolare dimostra l’esatto contrario: le politiche attive per ricollocare il personale vengono prese solo come una formalità burocratica. Anche sul progetto Garanzia Giovani, si è lasciato ai Centri per l’impiego solo il compito del Patto di servizio, come ambito burocratico, e la formazione è stata consegnata ad enti privati, come è già stato fatto per i Centri di formazione professionale».
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