«Disagi e crepe nelle abitazioni per i cantieri dell’hotel Tahiti»
Jesolo. Residenti e proprietari di immobili nella zona di via Dante annunciano cause per danni contro i lavori per la trasformazione dell’albergo in residence 5 stelle: «Soffocati da camion e rumori»
JESOLO. Ex hotel Tahiti, al Lido si annunciano esposti e denunce contro i lavori. Un problema che cova da tempo nella zona di via Dante, dove residenti e proprietari di seconde case e residenze turistiche sono sul piede di guerra, pronti ad affidarsi agli avvocati. Il continuo transito di camion e mezzi pesanti, poi i lavori stessi, avrebbe causato, oltre ai disagi e rumori, tante crepe nelle strutture. Qualche giorno fa l’esasperazione è arrivata al punto che un cittadino ha litigato dopo che un camion ha colpito un pino marittimo che è stato necessario abbattere per motivi di sicurezza.
L’intervento è uno dei più noti e di pregio al Lido, ad opera della famiglia Rizzante, e prevede un hotel a cinque stelle oltre ad appartamenti fronte mare. Tutta l’area cambierà e verrà riqualificata dal punto di vista architettonico e turistico.
«Parlare dell’intervento a Jesolo Lido», dice il blogger Claudio Vianello, «quindi del cantiere dell’ex hotel Tahiti, significa parlare di degrado. Una volta, anni fa, la zona era nel degrado, ma oggi lo è ancor di più. Potremmo dire che è diventata off limits per i residenti. «Di certo c’è solo la pochezza della politica locale», aggiunge, «la sento parlare di allungare la stagionalità e poi rilascia una licenza edificatoria che stravolge il sistema turistico jesolano. Concede di costruire al posto dell’albergo Tahiti un condominio fronte mare e sposta l’hotel in seconda fila, roba da matti, in una città a prevalenza turistico alberghiera. La zona, da quando sono iniziati i lavori», aggiunge, «è un continuo viavai di camion che non rispettano i divieti e distruggono quello che trovano sulla loro strada. L’anno scorso hanno distrutto un passaggio pedonale in porfido e lo hanno sostituito con del calcestruzzo, l’altro giorno hanno abbattuto un pino. Diciamo che la zona non è più dei residenti. Ormai la gente non ne può più», conclude, «si dice che ci siano delle cause presentate dai residenti per danni strutturali causati dai lavori sulle abitazioni vicine. Ricordo solo che nella zona oggetto di intervento insistevano solo una serie di casette e oggi è letteralmente ricoperta da calcestruzzo. E non è ancora finita. Purtroppo prevale, specialmente in questo secondo mandato politico, la volontà di fare della località turistica un’unica colata di calcestruzzo».
Quanto ai proprietari di immobili in zona, molti si sono già rivolti a studi legali e annunciano prossime cause risarcitorie ed esposti che potrebbero alzare la temperatura nella stagione invernale al Lido.
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