Disabile sfrattato per fare della casa un alloggio turistico
VENEZIA. Sfrattato dalla sua casa di Cannaregio dove è nato e in cui ha sempre vissuto, per consentire che il nuovo proprietario dell’alloggio lo trasformi in un’attività ricettiva a fini turistici. È una storia tristissima, ma purtroppo molto “veneziana”, nel senso dell’impatto drammatico che le trasformazioni legati alla monocultura turistica ormai imperante stanno avendo anche sulla vita dei suoi, sempre più scarsi, residenti, quella di W. T.
L’uomo soffre da anni di una forma di disabilità mentale che non gli ha impedito, però, nei suoi limiti, di vivere una vita “normale”, accanto alla sua famiglia, assistito anche dal personale del Centro di Salute Mentale di Palazzo Boldù, che frequenta regolarmente.
Ha vissuto prima con suo padre, operaio veneziano, e sua madre, nella casa di Cannaregio, un appartamento di circa 80 metri quadri in calle Zoccolo, nei pressi del Rio della Sensa. Poi, dopo la morte della madre, il padre si è risposato, ma ha continuato a vivere con quel figlio e la nuova compagna in quella casa.
E quando anche il papà è morto, la “matrigna” ha continuato comunque ad assisterlo e a vivere con lui, come fosse la sua vera madre.
Ma poi è venuta a mancare anche lei, e qui sono sorti i problemi. Gli eredi della seconda moglie del padre hanno chiesto di mettere in vendita l’abitazione, per la quota a loro spettante.
E visto che è mancato l’accordo, perché l’uomo e il tutore che lo assiste, ovvero suo cugino, volevano rimanere nella casa di famiglia di calle Zoccolo, si è finiti davanti al giudice. Che ha deciso, come avviene in questi casi quando non c’è accordo tra gli eredi, di mettere l’alloggio all’asta. Così la casa di calle Zoccolo è stata venduta all’asta e il nuovo proprietario, che viene dalla terraferma, avrebbe già deciso di metterla a reddito a fini turistici, bed & breakfast o alloggi turistici, frazionando l’alloggio da 89 metri quadri in due miniappartamenti da 40 metri con servizio e angolo cottura. Questo è almeno quando avrebbero detto al tutore, gli architetti che si sono già recati a nome della nuova proprietà a visionare l’alloggio.
W.T. è ancora là, nella sua casa di Cannaregio, non saprebbe dove andare. Il suo avvocato ha cercato invano in questi mesi con il Comune di trovare per lui una soluzione alternativa.
Cercando di interessare la segreteria del vicesindaco e assessore alla Casa Luciana Colle. Questa mattina, dopo una prima proroga, è previsto l’intervento della forza pubblica per “allontanare”definitivamente l’uomo, contro la sua volontà, dalla casa dove ha sempre vissuto. Il legale ieri ha scritto anche al sindaco.
«Nonostante tutti gli uffici competenti del Comune di Venezia siano stati tempestivamente avvisati della necessità di assistere una persona bisognosa» scrive il legale « ad oggi non è stato rinvenuto alcun alloggio e neppure vi è stata una manifestazione di impegno concreto da parte del Comune, manifestazione che sarebbe sufficiente per ottenere un rinvio dell’esecuzione. Nella procedura in oggetto, il diritto di proprietà, legittimamente esercitato, si contrappone a quello di abitazione a favore del disabile, diritto tutelato anche da convenzioni internazionali ratificate dall’Italia».
Forse c’è ancora tempo per mostrare un po’ di umanità nei confronti dell’uomo . —
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