Diritto allo studio, due cortei degli studenti
VENEZIA. Sono partiti alle 9 del mattino i due cortei di protesta organizzati dalla Rete degli studenti Medi di Venezia e Mestre e dal Coordinamento studentesco in occasione della giornata internazionale del diritto allo studio.
Ancora una volta divisi sulle modalità della protesta, ma accomunati dallo stesso dissenso: no all’alternanza scuola lavoro. La Rete degli studenti si è data appuntamento alle 9 a piazzale Roma.
Oltre alle rivendicazionI già scandite nella manifestazione del 13 ottobre contro l’alternanza, gli studenti hanno chiesto l’approvazione di uno Statuto degli studenti in alternanza, l’abolizione del numero chiuso in entrata all’università, e più fondi all’edilizia scolastica. Circa 150 i partecipanti al corteo, a cui nei giorni scorsi ha aderito anche l’Anpi di Venezia.
Striscioni e bandiere sono sfilati sul ponte di Calatrava, davanti alla stazione Santa Lucia fino in Campo Saffa dove gli studenti si sono seduti in cerchio per terra e hanno svolto un’assemblea pubblica. Dopo un dibattito a cielo aperto sui problemi che riguardano la scuola, la Rete degli studenti ha lanciato in aria dei palloncini rossi per ricordare gli studenti uccisi a Praga il 17 novembre 1939.
Questo evento portò all’istituzione della giornata internazionale del diritto allo studio. Il Coordinamento studentesco si è ritrovato invece alla stazione di Mestre, sempre alle 9. Circa 250 i partecipanti che con cori, megafoni e striscioni si sono mossi in direzione del L.O.Co. dove si è intonata la protesta a ritmo di rap.
Oltre alla contrarietà all’alternanza scuola lavoro e alla richiesta di chiarimenti in vista degli Stati generali indetti dalla ministra Fedeli (previsti per il 16 dicembre), i manifestanti del Coordinamento hanno anche stampato dei biglietti dei mezzi di trasporto fittizi, con la scritta “Venezia Libera Dallo Smog”.
Tra le loro richieste, infatti, c’è anche quella di un contenimento dei costi dei mezzi pubblici e la necessità di non trascurare il significativo impatto ambientale che questi producono.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia