Diritti degli omosessuali e libri in cento contestano Brugnaro
Un doppio arcobaleno è spuntato davanti alla Pescheria di Rialto, dove ieri pomeriggio si è tenuta la manifestazione spontanea per i diritti degli omosessuali e il reinserimento nelle scuole dei libri ritirati dal sindaco. «Un bel segno», ha detto all’inizio del discorso Mattia Galdiolo dell’Arcigay, davanti a un centinaio abbandonante di persone con il simbolo dell’arcobaleno sulla maglietta o sulle bandiere, «in una città il cui sindaco ha strumentalizzato il Pride, manifestazione molto sentita che ha portato a Verona 10 mila persone, parlandone come se fosse una carnevalata. Non volevamo fare polemica, ma dopo le uscite di Brugnaro non potevamo esimerci dall’intervenire e dare una risposta con la nostra presenza».
Fuori pioggia a dirotto. Ci sono l’Arcigay del Veneto, l’associazione LGBT Stonewall di Venezia, l’UAAR (Unione atei agnostici e razionalisti), Sale Docks e il gruppo ironico della “chiesa pastafariana” (adoratori della pasta). I manifestanti sono in prevalenza singoli cittadini che si dividono in vari gruppi di lettura dei libri proibiti. Non ci sono bandiere politiche, se non la presenza di Davide Scano dei 5 Stelle: «Trovo deludente», ha detto mostrando un sacchetto con qualche libro proibito, «se non schifoso che il tema dei diritti civili sia stato trattato come uno spot elettorale e che sia stato il primo atto dell’amministrazione. Io sono qui per dire di reinserirli».
Manca Camilla Seibezzi che, pur condividendo la causa, ieri era fuori Venezia: «Ho saputo dal sindaco su La7 della manifestazione», ha scritto su FB, «è incredibile come quest’uomo sia informato sulla scena lgbt. Uno se lo immagina a un incontro con l’ambasciatore di Pechino e lui è chino sul sito di qualche portale gay. Parto per Roma perché sto lavorando su più fronti per strutturare un’opposizione capace di arginare il delirio politico in cui ci troviamo a Venezia. Sarà un autunno vivace».
Nessuna carnevalata, ieri, manifestanti vestiti con gli abiti di ogni giorno e con molti cartelli con scritte come «Sindaco Brugnaro hai l’omofobia? Curati!».
Vera Mantengoli
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