«Diritti acquisti? Non può esistere un beneficio di pochi a carico di molti»
VENEZIA. "Diritti acquisiti sui vitalizi assegnati a parlamentari e consiglieri regionali? È un’espressione destituita da ogni fondamento, non si può rivendicare l'immutabilità di un beneficio limitato a pochi ma carico di molti. Non è neppure questione di privilegi, è un fatto di giustizia sostanziale: ci sono concessioni tollerabili in tempi di vacche grasse che diventano insostenibili quando la crisi economica lascia le famiglie senza reddito e i giovani senza lavoro".
Parole di Mario Bertolissi, costituzionalista e docente all'università di Padova, che interviene così nel dibattito sollevato dal presidente dell'Inps Tito Boeri («Per i vitalizi dei politici superiori agli 80 mila euro l'anno abbiamo proposto riduzioni fino al 50%, speriamo che il Governo ci dia ascolto») e ora in agenda all'assemblea regionale del Veneto, che presto discuterà una serie di progetti di legge miranti a tagliare i costi della politica. Gli ex consiglieri regionali, riuniti in un'agguerrita associazione e patrocinati dall'avvocato bellunese Maurizio Paniz (già parlamentare di Forza Italia), annunciano battaglia. I loro vitalizi costano 13 milioni l'anno alle casse regionali (a fronte dei 9 erogati ai cinquantuno consiglieri in carica) tuttavia - tranne rare eccezioni - non intendono rinunciarvi, neppure in parte, e invocano la garanzia della Costituzione.
Cosa ribatte, sul piano del diritto, il giurista Bertolissi? «Il punto di partenza è che la legge, ogni legge, fonda sull'equilibrio. Se si crea uno squilibrio tra ciò che dai e ciò ricevi, e questo va a detrimento di altri, allora siamo dinanzi a un vulnus. C'è chi distingue tra diritto previdenziale e diritto premiale, io mi limito ad affermare che ogni tipo di accordo può essere soggetto a rivisitazione periodica e a revisione qualora le condizioni di partenza, quelle che l'hanno determinato, siano mutate in modo significativo».
Oltre alle considerazioni etiche e di buon senso, esiste una norma giuridica che consenta la cancellazione o almeno la riduzione dei vitalizi? «Esiste ed è prevista dal codice civile, laddove si stabilisce che laddove vengano meno le condizioni originarie, per impossibilità sopravvenute o per eventi straordinari e imprevedibili, il contratto stipulato è soggetto a risoluzione. Sfido chiunque a negare che sette anni di recessione, che hanno impoverito il Paese e prosciugato le risorse pubbliche disponibili, non costituiscano un evento straordinario che non poteva essere ragionevolmente previsto nella sua entità e durata».
È probabile che lei, insieme ad altri costituzionalisti qiali il professore Luca Antonini, sia convocato in audizione al Consiglio regionale del Veneto per un parere “pro veritate” sulla vicenda.Nel caso, cosa aggiungerà agli argomenti ora esposti? «Se mi convocheranno, sono pronto a esprimere una testimonianza civile, oltre che professionale. Dirò che una legge approvata da coloro che ne sono i diretti ed esclusivi beneficiari, va contro la logica e il principio di equità tra i cittadini. Dirò loro che il protrarsi di queste elargizioni non è a costo zero ma sottrae risorse a chi ne ha più bisogno, ai nostri figli che spesso sono senza lavoro e ancora di più ai nostri nipoti che rischiano di ritrovarsi senza pensione. Occorre un segnale di coraggio capace di vincere la logica degli egoismi»
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