«Dimmi come farò senza di te» Gloria e Robegano piangono Loris

Il poster preparato dagli amici davanti la chiesa
ROBEGANO.
«A te» di Jovanotti, un lungo applauso e tante lacrime hanno accompagnato l'uscita dalla chiesa di Robegano del feretro di Loris Favaro, verso l'ultimo viaggio del 28enne di Robegano morto sabato pomeriggio in un incidente stradale a Valdobbiadene mentre era in sella alla sua moto Honda Hornets.
Un motivo scelto non a caso, perché era la canzone d'amore che Loris aveva dedicato a Gloria Volpato, la sua fidanzata. E' stata proprio Gloria, al termine del rito funebre, a strappare le lacrime. «Mi completavi in tutto - ha detto tra le lacrime - e Dio ti ha preso troppo presto. Mi dicevi che non sapevi come avresti fatto senza di me, ripetevi che saremmo stati sempre insieme. Ora come farò io senza di te? Dammi la forza per superare questo tunnel buio, perché riveda la luce. Ho ancora l'ultimo sms che mi avevi inviato, dove mi scrivevi che non saresti stato via molto». Tutta la comunità si è stretta attorno ai Favaro. Sulla bara di Loris, c'era la maglietta con il numero due della Robeganese Fulgor Salzano, la società di calcio dov'era cresciuto e aveva militato per tanti anni. In prima fila c'erano i genitori del giovane, papà Raffello e mamma Gianfranca De Pieri, oltre alle sorelle Monica, Barbara e Katy. E poi tanti giovani, gli stessi che fuori dalla chiesa gli hanno dedicato un poster con dodici foto di un Loris sorridente: «A noi piace ricordarti così... Per sempre nei nostri cuori. Ciao Nane». E a fianco erano affissi un paio di fogli con i pensieri degli amici di sempre: «Il Signore aveva bisogno di un nuovo angelo al suo fianco e ci fa sorridere l'idea d'immaginarti lì, con la maglia numero due, a correre e a giocare», «Rimarrai sempre nei nostri cuori, con quel sorriso sincero e solare, indelebile sul tuo volto». Nell'omelia, il parroco di Robegano don Eraldo Modolo ha voluto ricordare anche Nicola Pirolo, il 14enne ciclista del Gruppo ciclistico di Robegano investito da un'auto la scorsa estate mentre rientrava a casa in bicicletta. «Ogni giorno - dice il sacerdote - piangiamo le vittime delle strade. Mi ha fatto piacere lunedì sera vedere la chiesa piena di giovani a pregare per Loris: è stato un bel segnale di amicizia. La nostra vita, anche se breve, può essere preziosa».
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