Dimesso dall’ospedale il tecnico-eroe

Fabio Tapetto è stato l’ultimo intossicato a uscire dal Civile. La fidanzata: «Una tempra eccezionale»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 21.08.2015.- Da sx i fidanzati Fabio Tapetto e Valentina Costantini dimessi dal Padiglione Jona all'Ospedale Civile di Venezia causa la intossicazione nella piscina del camping Garden Paradiso al Cavallino
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 21.08.2015.- Da sx i fidanzati Fabio Tapetto e Valentina Costantini dimessi dal Padiglione Jona all'Ospedale Civile di Venezia causa la intossicazione nella piscina del camping Garden Paradiso al Cavallino

VENEZIA. «Ricoverato da poche ore, non riuscendo a parlare per le esalazioni che gli hanno causato un edema della glottide, Fabio ha fatto scrivere una lista di direttive per mettere in sicurezza la piscina e bonificare la cisterna». Lo racconta il direttore del camping Garden Paradiso Alfio Zamuner, descrivendo la serietà professionale e l'abnegazione del tecnico responsabile della piscina, Fabio Tapetto, 40 anni di Cavallino, ricoverato per 30 ore in osservazione all'ospedale civile di Venezia da cui è stato dimesso ieri alle 17 accompagnato dall'amica Valentina Costantini, 22 anni bagnina della Blue Sea, anch'essa intossicata.

Fabio Tapetto era l'ultimo fra gli operatori del camping Garden Paradiso ad essere ancora ricoverato sotto osservazione, di fatto quello che per primo ha evitato una strage con il suo gesto eroico di togliersi la maschera antigas al momento dell'errato sversamento di acido solforico nella cisterna dell'ipoclorito di sodio per avvisare la trentina di bagnanti che erano in piscina, tornando poi nella sala macchine per bloccare il flusso che aveva introdotto già 80 litri di acido evitando così una reazione tanto forte da causare un'esplosione.

«I medici hanno detto che Fabio ha una tempra eccezionale» racconta la fidanzata «sono infatti rimasti stupiti della sua veloce ripresa nonostante il tempo e l'intensità a cui è rimasto esposto esalando la nube tossica».

Non tutto però è andato come dovrebbe al momento di uscire dall’ospedale e tornare a casa. Come ricoverato Tapetto avrebbe avuto diritto al trasporto gratuito da Venezia al Cavallino. «Ma non aveva con sè la carta d’identità e i motoscafisti dell’Asl sono stati inflessibili», dice Valentina, «Nonostante l’esperienza subita siamo dovuti tornare con i mezzi pubblici». (f.ma.)

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