Dimenticato il nuovo Palacinema

32 milioni spesi infano, ora si conta sulle strutture esistenti
Il buco della vergogna che per anni ha sfregiato il Lido
Il buco della vergogna che per anni ha sfregiato il Lido

LIDO DI VENEZIA. Una lunga storia. Il contratto d’appalto per il nuovo Palazzo del Cinema veniva affidato alla cordata della Sacaim nel marzo del 2008, con un costo previsto di poco più di 61 milioni di euro. Questo lavoro avrebbe usufruito di un finanziamento di 40 milioni di euro proveniente dal fondo per la celebrazione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia. Il resto sarebbe stato pagato in gran parte dal Comune di Venezia, attraverso la vendita dell’ex Ospedale al Mare e per una parte minore dalla Regione Veneto. Ma con tre atti aggiuntivi - nel novembre 2009, settembre e poi dicembre 2010 - l’importo previsto per i lavori saliva a oltre 84 milioni di euro, con un primo stralcio previsto di oltre 52 milioni.

Tra la prima consegna nel luglio 2009 e l’ultima sospensione dei lavori nel maggio 2011, venivano spesi 32 milioni e mezzo di euro, di cui quasi 15 per opere di progetto e quasi 18 milioni di euro per la rimozione dell’amianto che nel frattempo era spuntato dal sottosuolo, nel gennaio 2012 veniva risolto il contratto con la Sacaim proprio per la mancata rilevazione iniziale per l’amianto e l’impresa richiedeva oltre 18 milioni di euro di riserve respinte dalla direzione lavori. Nel frattempo al commissario straordinario subentrava il Comune che chiudeva un primo accordo transattivo al ribasso che prevedeva 2,8 milioni di euro come indennizzo alle imprese. Ma non ci si metteva d’accordo sull’importo delle nuove opere e Sacaim si rivolgeva al Tar per bloccare tutto.

Ora, appunto, la nuova transazione che chiude definitivamente la questione Palacinema. Di fatto l’impresa della costruzione di un nuovo Palazzo del Cinema che non ci sarà è costata 32 milioni e mezzo di euro letteralmente buttati dalla finestra.

Se la spinta iniziale era appunto quella di dotare la Mostra del Cinema di una nuova struttura da 2400 posti per fronteggiare meglio la concorrenza di Cannes, Toronto e degli altri grandi festival internazionale, aumentando anche la disponibilità ad accogliere pubblico di Venezia, c’è da dire che la Biennale, in questi lunghi anni di attesa a vuoto, si è comunque riorganizzata al meglio. Ristrutturando prima la Sala Grande del Palazzo del Cinema attuale. Poi il foyer e la Sala Volpi. E quindi la Sala Darsena, annessa allo stesso Palazzo del Cinema.
La ristrutturazione del Casinò diventa l’ultimo tassello per completare il riassetto della Mostra del Cinema, contando solo sulle strutture esistenti.<QM>(e.t.)

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