Digital Venice / La Carta di Venezia: «Web gratis per tutti»
VENEZIA. L’Italia gioca l’asso del digitale sul grande tavolo europeo e scrive la road map per creare un «single digital market». Il documento è ancora in fieri ma una bozza di quella che è stata battezzata la «Carta di Venezia» è già stata condivisa da tutti i big dell’economia digitale europea. Ieri a Venezia, nella Torre dell’Arsenale, epicentro della Digital Venice, si è svolta la riunione a porte chiuse, ma in diretta streaming, per definire i dieci punti alla base dell’Agenda Digitale 2020. Summit che, di fatto, ha aperto il semestre di presidenza italiana UE.
Accanto a Matteo Renzi, Neelie Kroes, commissario all’Agenda digitale per l’Europa, i manager delle Telco europee (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Vodafone, Wind e Tre), i responsabili europei di Google e Facebook, i rappresentanti delle multinazionali Ict come Microsoft, Hp, Ibm, Cisco, Alcatel, Ericcson. A integrare il memorandum anche il contributo dei 163 giovani startupper di Restart Europe, riuniti a Venezia lunedì da Microsoft e StartUpItalia! Il documento redatto dai giovani provenienti da 24 Paesi d’Europa, è stato consegnato ieri a Renzi e Kroes. Obiettivo: affiancare alle necessità dei colossi del mercato la forza delle idee delle nuove leve. Dieci raccomandazioni che vanno dall’integrazione degli immigrati, grazie agli strumenti digitali, all’alfabetizzazione tecnologica fino alla ristrutturazione delle scuole grazie al design. Un contributo che si unisce ad altre priorità economiche emerse ieri come l’accesso libero e indiscriminato al Web da parte dei cittadini, l’eliminazione del roaming telefonico (il sovrapprezzo sulle tariffe), nessuna barriera fiscale su pagamenti e copyright, alta velocità per tutti entro il 2020, cybersicurezza, big data e servizi cloud (le cosiddette nuvole) comuni per le aziende, città intelligenti con contenimento delle spese energetiche, trasparenza e partecipazione dei cittadini, e-skills per i giovani, start up efficaci e una PA moderna.
Questi i contenuti della Carta di Venezia, ovvero il contributo tangibile del governo italiano al primo Consiglio dell’Unione europea sul digitale, in programma a ottobre. Tra le grandi sfide, oltre al «single digital market», con annessa unica autorità continentale, investimenti in infrastrutture digitali fuori dai patti di bilancio, open government e trasparenza con una forte accelerazione sui temi dell'innovazione, «il settore principale per creare posti di lavoro» ha ricordato Renzi. Fondamentale Venezia, ma anche l’Italia, «da sempre terra di innovazioni tecnologiche, da Meucci a Olivetti» ha detto Kroes. Vittorio Colao, ceo di Vodafone ha ricordato il grande piano di investimenti del Gruppo: 3,6 miliardi per i prossimi due anni in Italia con l'obiettivo di portare la connettività 4G al 90% della popolazione e la fibra per la rete fissa a 7 milioni di famiglie. Colao ha chiesto «un contesto normativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo e regole comuni per operatori di telecomunicazione». Burocrazia zero è invece la chiave per Maximo Ibarra, ad Wind; mentre Cesar Alierta di Telefonica ha rotto ogni indugio: «Per creare un’Europa digitale servono 300 miliardi, il nostro settore ne ha investiti 15 nel 2013».
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