Diga progettata male, darsena piena di sabbia

Il paradosso di “Foce Adige”. L’attività ha perso una ventina di clienti in due anni

SOTTOMARINA. La sabbia, che il mare porta via dalle spiagge di Isola Verde, finisce tutta nella loro darsena, così non lavorano le spiagge e non lavora la darsena. E tutto per colpa di una diga progettata male. È l'ennesimo paradosso, che penalizza l'economia cittadina, e causa ogni anno lo spreco di ingenti risorse pubbliche per il ripascimento delle spiagge. «Le nostre famiglie vivono e lavorano qui da quasi 80 anni», spiega Mauro Tiozzo Ambrosi, uno dei titolari della darsena Foce Adige, «nel tempo, oltre alla darsena, abbiamo messo in piedi alcune attività, ristorante, parcheggio, stabilimento balneare, tutte a conduzione familiare, con clientela locale, che danno da vivere a sei-sette famiglie. Ora rischiamo di perdere tutto». E la ragione è il continuo insabbiamento dell'uscita dalla darsena che impedisce alle barche di accedere al mare. «I clienti se ne vanno, ne abbiamo persi una ventina in due anni», dice Idelmina Betto, zia di Mauro e contitolare dell'azienda «ogni anno dobbiamo scavare per aprirsi l'accesso al mare, ma le autorizzazioni ce le danno in tempi lunghissimi. Quest'anno la nostra richiesta sarà valutata l'11 aprile, significa che gli scavi inizieranno a fine aprile, se va bene e i nostri clienti potranno uscire in mare solo a metà maggio: è come perdere la stagione». Insomma, lo scavo si deve fare tutti gli anni, ma l'iter autorizzativo, invece di essere automatico, ricomincia da zero ogni volta, anche perché la competenza, nel tempo, è cambiata da Capitaneria di Porto, a Genio civile di Venezia, ora tocca al Genio civile di Padova e l'anno prossimo dovrebbe passare di nuovo alla Capitaneria e al Comune di Chioggia, spiegano gli interessati. Ma perché la darsena si insabbia? Per colpa della “nuova” diga sinistra Adige, pare. «Trent'anni fa quella diga era più corta, ma diritta», ricorda Mauro Ambrosi, «e noi non avevamo problemi. Dal 1986, a più riprese, l'hanno modificata e allargata a forma di S. Il risultato è che ora la corrente dell'Adige è molto più debole, perché si distribuisce su una sezione più larga, e il mare spinge da noi la sabbia che, durante la mareggiate, ma non solo, porta via dalle spiagge di Isola Verde: a loro servirebbe e non ne hanno, a noi ci danneggia e ne abbiamo troppa». E per il ripascimento di Isola Verde, ogni volta, si spendono milioni, prendendo la sabbia alla diga nord di Sottomarina, mettendo in pericolo gli allevamenti di vongole e disturbando i turisti col megatubo, mentre basterebbe prenderla alla darsena Foce Adige. O, magari, raddrizzare la diga.

Diego Degan

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia