Diffida di Legambiente stop agli alberi da tagliare

Ceggia. Bloccati i lavori di riqualificazione di via Dante per i 25 tigli da abbattere che saranno sostituiti da carpini bianchi. Il sindaco Marin: «Decisione costosa»  
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CEGGIA - I TIGLI LUNGO IL VIALE DELLA STAZIONE
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CEGGIA - I TIGLI LUNGO IL VIALE DELLA STAZIONE

CEGGIA. Stop ai lavori di riqualificazione di via Dante, nel centro di Ceggia. Con una diffida inviata al Comune, il circolo “Pascutto Geretto” di Legambiente ha ottenuto lo stop all’abbattimento dei 25 tigli posti lungo la via. In questo periodo sugli alberi potrebbero esserci dei nidi. E una legge del 1992 e una direttiva europea vietano l’abbattimento delle piante in presenza di nidificazione. I lavori riguardano la costruzione della nuova pista ciclopedonale a servizio degli studenti della media Marconi. Ma anche la sostituzione del filare di tigli, le cui radici hanno creato problemi ai marciapiedi e alle fognature. Saranno sostituiti con carpini bianchi. Contro l’abbattimento dei tigli si sono schierati ambientalisti e M5S. Il taglio sarebbe dovuto iniziare lunedì mattina.

Ma poche ore prima è arrivata la diffida e il direttore dei lavori ha incaricato un perito di controllare la presenza dei nidi. «La scelta di avviare il cantiere al termine dell’anno scolastico è stata decisa per tutelare l’incolumità dei ragazzi che dovevano recarsi a scuola», spiegano il sindaco Mirko Marin e la giunta, «la sospensione per la tutela degli uccellini, effettuata in questo modo, avrà dei costi aggiuntivi che, tramite il bilancio comunale, saranno a carico dei cittadini. Se Legambiente avesse avuto uno spirito collaborativo anziché intransigente, avrebbe potuto avvisare per tempo dell’intenzione di avvalersi di quella legge e non aspettare la mattina del giorno di inizio lavori, provocando così il danno economico ai cittadini di Ceggia».

Accuse che Legambiente rispedisce al mittente. «Il circolo ha assunto, fin dall’inizio, un atteggiamento collaborativo riconoscendo, già nella prima assemblea pubblica, la necessità di dare risposte alle esigenze dei residenti, chiedendo contemporaneamente una revisione del progetto per conservare almeno una parte delle alberature», rispondono da Legambiente, «abbiamo inviato una proposta di modifica, mai avuto la possibilità di un confronto. Dispiace che ci siano dei costi non previsti, ma sono da addebitare a chi non ha redatto il progetto in maniera completa e a chi non ha controllato. Se il progettista prevede di abbattere degli alberi, deve conoscere le norme. Non ci limitiamo a proteggere gli uccellini. Vogliamo che chi rappresenta lo Stato rispetti le leggi dello Stato».

Legambiente ricorda che, in caso di abbattimento senza lo studio che adesso si farà, l’amministrazione avrebbe rischiato una denuncia alla magistratura.

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