Diffamazione, condanna a 18 mesi per “Amadori”

Il titolare delle onoranze funebri, Sandro Gardi, per la terza volta subisce una pena Aveva tappezzato la città attaccando i colleghi per i prezzi alti, ora dovrà risarcirli

Terza condanna per diffamazione per il titolare delle onoranze funebri mestrine «Amadori» Sandro Gardi. E questa volta la giudice monocratica del Tribunale di Venezia Claudia Gualtieri è andata giù pesante: un anno e sei mesi di reclusione senza sospensione condizionale, che vanno aggiunti ai sei mesi del marzo dello scorso anno e ai tre mesi di quattro anni fa. Dovrà inoltre risarcire i titolari delle agenzie mestrine «Sartori Aristide» di via Circonvallazione e «Iof Busolin» di via San Donà, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Matteo Garbisi (il danno comunque dovrà essere quantificato in sede di Tribunale civile).

Secondo il capo d'imputazione, il 69enne Gardi avrebbe diffuso volantini stampati, affiggendoli sui muri di alcune vie e piazze di Mestre e soprattutto infilandoli sui parabrezza di centinaia di automobili in sosta. Gli avvisi erano intitolati: «Vergogna e ancora vergogna per certi impresari funebri», oppure «Cittadini di Mestre è ora di svegliarsi». Gardi, nei suoi volantini, sosteneva che a Mestre esistono «gli impresari funebri più ricchi d'Italia» e sarebbero diventati così «chiedendo cifre da capogiro alle povere persone immerse nel dolore per la perdita di un loro caro». «Dovere vergognarvi a chiedere 5, 6 o settemila euro per un funerale», sosteneva in un altro comunicato, «cittadini diffidate di tutto il personale sanitario che vi indirizzano in una qualsiasi impresa funebre perché questi signori intascano anche 500 euro per funerale». L'imputato, però, non si limitava ad accuse generiche, ma in alcuni volantini faceva nomi e cognomi. «Conosco molto bene Busolin», scriveva ad esempio in quello dell'11 luglio 2009, «circa una trentina di anni fa lavorava con me e non aveva neanche i soldi per comperare le scarpe. Oggi è proprietario di molti appartamenti e di un natante più lungo di 20 metri... Si è arricchito chiedendo per un funerale 5 o 6 mila euro quando invece non costa più di 800- 900 euro». «Perché pagare seimila euro per un funerale, quando al titolare dell'impresa funebre non costa più di 800, 900 euro?» si chiedeva nel volantino dell'8 agosto. E ancora: «Nicola Bianco prima di fare l'impresario lavorava in fabbrica a Fusina e mangiava pane e mortadella perché non aveva altro» riportava l'ennesimo comunicato distribuito da Gardi, il quale sosteneva che si trattava del più ricco impresario di Mestre. Infine, chiedeva alla Guardia di finanza più attenzione, visto che sempre il titolare della Sartori Aristide denunciava un reddito annuo di 400 mila euro, ma «non è esatta visto che fa 400 funerali in un anno a cinque, sei o settemila euro ciascuno».

Giorgio Cecchetti

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