Difesa dell’ambiente, duemila in corteo
Vicini alla Terra, tanto da sentirne il respiro. Ieri Venezia ha dedicato un'intera giornata al problema dei cambiamenti climatici che da oggi verrà trattato a Parigi per due settimane da quasi 200 Paesi provenienti da tutto il mondo.
700 per la questura, duemila per gli organizzatori: in ogni caso moltissimi sono stati i cittadini che ieri alle 14 si sono dati appuntamento davanti alla stazione dei treni per la marcia “Il respiro della Terra”. Un fiume di gente lungo, colorato e pacifico, guidato dalla voce del veneziano Michele Boato, direttore dell'Ecoistituto del Veneto, che ha spiegato i rischi e i pericoli che potrebbero verificarsi se continuiamo a non vedere che la Terra ha la febbre. I manifestanti si sono legati l'uno all'altro con pezzi di stoffa, formando un unico cordone, simbolo della solidarietà che unisce chi chiede di curare la Terra. I No grandi Navi hanno movimentato il corteo con musica e qualche fumogeno colorato. Qualche commerciante di fronte a Coin si è lamentato della puzza dell'alimentatore.
La manifestazione ha sfilato pacifica per Strada Nuova, Rialto, Santo Stefano e l'Accademia. Verso le 16 il corteo è arrivato a Santa Margherita dov’era allestito un palco per gli interventi e la lettura della “Carta di Venezia” fatta dal presidente della Municipalità, Giovanni Andrea Martini. Si tratta di 8 punti per continuare l'impegno dopo Parigi. Tra gli obiettivi: l'appello alle istituzioni pubbliche affinché tolgano i pacchetti azionari acquistati da compagnie petrolifere e la conoscenza dei soggetti economici che inquinano.
Sul palco, intervallati dai musicisti Sergio Renier e Monica Gioli, gli interventi, tra i quali quello della vicentina Roberta Radich del coordinamento nazionale No Triv che ha annunciato la possibilità concreta che nel 2016 ci sia il Referendum sull'ambiente richiesto da 10 regioni, tra le quali il Veneto. Entro febbraio la Corte Costituzionale dovrà infatti pronunciarsi sui 6 punti richiesti (per esempio evitare le trivellazioni, l'estrazione di gas a 12 miglia dalla costa e rafforzare la posizione delle Regioni sul proprio territorio).
Oltre alle associazioni e ai movimenti (Legambiente, No Grandi Navi, Beati i costruttori di Pace, Wwf, Opzione Zero, We are here Venice, Tera Ferma e altre), sono arrivati anche tanti cittadini, indossando cartelloni con diverse scritte “Un passo per il clima”, “Un passo per l'atmosfera”, “Cambiate il sistema, non cambiate il clima”.
«Il problema è della politica», ha detto la studentessa Teresa Ditadi, presente con tanti altri giovani dell'Asu, Udu e Rete Studenti Medi, «perché i cittadini sono sempre più attenti al riciclo o alla raccolta differenziata».
Soddisfatto Boato: «Meglio di così non poteva andare. Oggi vediamo solo qualche accenno di quello che potrebbe essere in futuro se non si interviene, in particolare a Venezia, simbolo di una fragilità che va difesa». Felici anche le due promotrici dell'iniziativa, l'architetto Paola Malgaretto e la scrittrice Antonella Barina.
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