Dieselgate, 70 mila persone pronte a chiedere i danni
VENEZIA. C'è il personale dedicato all'apertura delle raccomandate e alla verifica della modulistica. Ci sono gli armadi e gli scatoloni con le richieste già vagliate e le casse delle Poste ancora piene di buste da aprire, arrivate da ogni angolo d'Italia, che invadono gli uffici. E poi le mail di posta certificata da archiviare, così come i fax. Terza sezione del tribunale civile di Venezia - la stessa peraltro già schiacciata dalla mole dei ricorsi dei richiedenti asilo - una mattinata qualunque: l'onda del Dieselgate, la causa civile contro Volkswagen che sarà incardinata a Venezia poiché la sede italiana della casa automobilistica è a Verona, sta travolgendo uffici e personale.
Le adesioni alla class action sono scadute il 1 ottobre. Ad oggi non è ancora possibile sapere con precisione quanti sono stati i cittadini che hanno scelto di essere parte della "crociata" contro il colosso tedesco. Ad agosto le adesioni erano già 40mila. Secondo Altroconsumo, l'associazione di consumatori che sta guidando la class action, sono stati 90mila i moduli scaricati dal sito, ma non è detto che tutti siano stati poi compilati e inviati e che la procedura sia andata a buon fine.
E contando il boom registrato nel mese di settembre, con un ritmo di 3.000 invii al giorno, le stime (prudenziali) parlano di circa 70mila persone pronte a chiedere i danni alla Volkswagen. Il dato preciso si potrà avere solo nelle prossime settimane, quando il personale della terza sezione del tribunale di Rialto avrà concluso il lavoro di vaglio delle domande, eliminando chi è arrivato in ritardo e i doppioni, e riuscirà quindi ad avere la meglio sul fiume di raccomandate, mail e fax recapitati negli ultimi mesi.
Un fiume che lungo la sua strada ha lasciato anche alcune "vittime", ovvero i vecchi modelli di fax che quest'estate sono finiti ko perché incapaci di reggere a una ricezione pressoché costante. E' stato necessario trovare un apparecchio di ultima generazione per evitare che una grande quantità di documenti non venisse recapitata. E poi i toner - nei periodi di massima una cartuccia durava meno di una giornata - e le risme di carta, praticamente volatilizzate. Con il risultato che nei weekend il sistema andava in tilt.
Tutte le mail pec, invece, sono state archiviate in vari hard disk grazie alla consulenza di un perito nominato per l'occasione dal tribunale. Quando il lavoro di verifica delle adesioni alla class action sarà concluso, sarà già il tempo di pensare alla prima udienza fissata dal presidente della terza sezione, Roberto Simone, il 6 dicembre. Il giudice dovrà esprimersi sulla richiesta di risarcimento pari al 15 per cento del costo delle auto del Gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi, Seat e Skoda) acquistate in Italia tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015 con motore diesel EA189 Euro 5 su cui è stato installato un software illegale per truccare i risultati delle emissioni durante i test di omologazione.
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