Diego Scaramuzza “chef contadino” e stella televisiva

Eletto presidente nazionale di Terranostra, proprietario dell’agriturismo “La Cascina” e spesso ospite di programmi
Di Gianni Favarato

«Non è una stella a far la differenza ma casomai una stalla», ama sostenere il mestrino Diego Scaramuzza, primo agrichef d'Italia, appena eletto alla presidenza di Terranostra, l'associazione che fa capo a Coldiretti e mette in rete oltre 3 mila aziende agrituristiche, delle quali 600 sono venete.

Diego Scaramuzza ha 46 anni, si è diplomato alla scuola alberghiera di Jesolo e poi ha lavorato a lungo a Venezia in rinomati ristoranti; finché non ha deciso di rimettere in sesto la piccola proprietà agricola di famiglia per creare l’azienda agrituristica La Cascina, con un ottimo ristorante che si trova in via Berna a Mestre, nella campagna “metropolitana” tagliata in due dal Passante autostradale di Mestre, specializzata anche in piatti creati con ricette tipiche veneziane.

La sua innovativa idea - mettere ai fornelli il contadino che ben conosce e davvero la terra e la qualità dei suoi prodotti stagionali - è stata fatta propria da Coldiretti che nell'aprile scorso ha organizzato a Mestre il primo corso nazionale per diventare agrichef; un corso che presto potrebbe diventare un nuovo indirizzo scolastico nelle scuole alberghiere, per questa nuova figura professionale in campo gastronomico. La figura dell'agrichef sta scompigliando l'Olimpo dei blasonati chef che inflazionano la televisione con ricette di alta cucina più belle a vedersi che buone da mangiare. Anche Diego Scaramuzza è ormai diventato una faccia nota in televisione per la sua ricorrente presenza in trasmissioni come Geo e Geo (Rai 3) e Uno Mattina (Rai 1), ma il suo modo di stare ai fornelli è del tutto diverso perché sdogana la figura dei chef pluristellati abbinate alle ricette, restituendo tutta l’attenzione ai piatti, preparati con materie prime di cui si è occupato personalmente: dalla semina alla raccolta.

«Essere contadini è un valore aggiunto per la salute e la qualità alimentare con un occhio di riguardo agli sprechi», sottolinea Diego Scaramuzza, spostato con Giovanna che lavora in banca e padre di Carlotta, la loro figlia. «Amo definirmi agrichef perché la mia carriera professionale è cambiata quando ho deciso di fare il cuoco di campagna». «I fornelli», continua, «mi hanno sempre appassionato e l'avvio della mia preparazione scolastica ad Cornaro di Jesolo, così come l'esperienza pratica nelle cucine dei ristoranti in età adulta era stata orientata tutta verso questo obiettivo. Pensavo di aver vinto al lotto quando mi assunsero nella cucina di un importante ristorante veneziano. E' così è stato per diversi anni, poi però qualcosa nella mia mente è scattato».

Un qualcosa che ha finito per cambiare la sua vita e aprire un possibile e innovativo profilo professionale per i giovani che si avvicinano all’agricoltura e alla gastronomia.

«Sono figlio di agricoltori e l'azienda di famiglia si trova nella periferia di Mestre», continua Diego Scaramuzza .«Si tratta di una proprietà medio piccola alla portata del desiderio dei miei di fare una vita tranquilla di qualità a ridosso della grande città: un angolo di terra dove coltivare un orto, qualche campo di cereali e tenere gli animali da corte per le esigenze familiari e per difendere i diritti di un nucleo contadino a ridosso del Passante e di una sfrenata urbanizzazione». «Per me», conclude Diego Scaramuzza, «il valore aggiunto è di poter fare ogni volta del mio piatto servito un'occasione di relazione, una scusa per socializzare, una sana contaminazione di tradizioni». La squadra che stiamo creando di “chef green”, ovvero cuochi giovani, di campagna, posso dire di aver compiuto un gesto di riscatto per la gente dei campi e un servizio per il bene e la salute della collettività».

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