Diecimila firme per alzare le pensioni
L’iniziativa di Cia e Anp ieri a confronto con i parlamentari veneziani. Il sottosegretario Baretta: «Sarà percorso graduale»
«Cari parlamentari datevi da fare». È l’appello con cui si è concluso l’incontro tra i rappresentati degli agricoltori della Cia e dell’Associazione nazionale pensionati (Anp) da un lato e un gruppo di parlamentari veneziani dall’altro per l’adeguamento della pensione minima a 650 euro (il 40% del reddito medio nazionale) come previsto dalla carta sociale europea. La tempistica dell’incontro, ieri mattina nella sede di Cia, non è casuale: la prossima settimana al Senato inizia la discussione sulla Legge di Bilancio, l’ultima della legislatura. «E’ una battaglia giusta la vostra», la risposta del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, «ma per raggiungere l’obiettivo sarà necessario un percorso di più anni».
La proposta di Cia e Anp.
Per questo Cia e Anp sono tornati a fare pressione a sostegno della loro proposta, supportata nei mesi scorsi anche da una petizione sottoscritta da 100.000 firme, quasi 10.000 quelle raccolte nel Veneziano. Una riflessione che parte dai dati: in provincia di Venezia le pensioni di vecchiaia nel settore agricolo sono tra le più basse rispetto ad altri settori: mille euro per i maschi e 536 per le femmine, cifre lorde. Nel primo caso sono interessate quasi 7.000 persone, nel secondo oltre 9.000. «Dobbiamo partire da questi dati», spiega Giuseppe Scaboro, presidente veneziano di Anp, «per capire quanto sia importante intervenire per adeguare le pensioni». Senza per questo creare uno scontro, come ha sottolineato anche il presidente della Cia, Paolo Quaggio, tra gli anziani (che chiedono pensioni degne) e giovani (che chiedono posti di lavoro). Un rischio su cui è spesso intervenuto il presidente dell’Inps, Tito Boeri - uno che certo non le manda a dire - che ha sottolineato il bisogno di creare una maggiore equità tra gli anziani e i giovani.
Baretta e il governo.
La proposta di alzare le pensioni minime a 650 euro è sacrosanta, ma bisognerà lavorarci un passo alla volta, e nel giro di qualche anno l’obiettivo potrebbe essere raggiunto. È la sintesi dell’intervento del sottosegretario che, in vista della discussione sulla legge di bilanci, ha piantato ben saldi alcuni paletti. «Bisognerà evitare l’aumento dell’Iva
(collegate alle clausole di salvaguardia, ndr)
e consolidare una crescita che, se solo quantitativa servirà a poco». Per questo, sul fronte del lavoro, ci sarà bisogno di misure strutturali. Ma ciò non toglie che, anche sul fronte delle pensioni, il governo possa trovare margini di intervento importati. «L’anno scorso», ricorda Baretta, «per i pensionati abbiamo allargato la no tax area a 7.500 a 8.000 euro e abbiamo ampliato la platea di chi ha diritto alla quattordicesima. Per ciò che riguarda l’innalzamento delle pensioni va fatta una posta, perché è un obiettivo giusto, ma serve un percorso, una gradualità di qualche anno».
Parlamentari.
Altri tre i parlamentari presenti che ieri hanno raccolto l’appello di agricoltori e pensionati. Mario Dalla Tor (Alternativa popolare-Ncd) che si è impegnato a «fare pressione» sul governo; Michele Mognato (Articolo 1-Mdp) secondo cui «sarebbe importante chiudere la legislatura con questo riconoscimento»; e Andrea Martella (Pd): «La legge di bilancio deve essere l’occasione perché i primi indicatori di inversione di tendenza dell’economia si traducano in crescita e lavoro». Con scelte precise e non mance, come spesso accade con le leggi di bilancio di fine mandato. «L’importante è che ciò che abbiamo trattato oggi», ha concluso Quaggio, «venga portato avanti in modo chiaro, serve continuità nelle decisioni.
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