Diecimila aquiloni e un’emozione figlia della nostalgia
VENEZIA. All’allestimento, l’artista ha lavorato personalmente per nove giorni, filo dopo filo. E il risultato è un crescendo di emozioni di sala in sala passando dai corridoi per arrivare alla spettacolare visione finale, con le nuvole di carta sospese nella luce e fuori, oltre le finestre, i tetti e il cielo di Venezia. “Gas Giant” è una installazione site-specific; è stata creata per esaltare gli spazi all’ultimo piano della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, e per esserne a sua volta esaltata. È opera di Jacob Hashimoto (quarantenne, americano del Colorado) e si impone a prima vista per l’uso di alcuni elementi stilistici presi in prestito dalla cultura giapponese, come l’aquilone in carta e bambù, che Jacob assembla e ricostruisce per creare grandi installazioni e forme scultoree che invadono letteralmente lo spazio espositivo.
La complessità visiva del suo lavoro, unita alla leggerezza dei materiali, accompagna lo spettatore lungo un percorso sensoriale in cui si confondono le coordinate spaziali e temporali e dove il visitatore viene accolto da un sentimento di stupore e meraviglia. Così che il visitatore non riesce più a comprendere dove sia esattamente il confine tra pittura e scultura, tra figurazione e astrazione, tra natura e artificio. «C’è una componente giocosa nel mio lavoro» ammette l’artista. «Gli elementi stilistici che utilizzo hanno a che fare con un generale sentimento di nostalgia più che con una diretta relazione con le mie origini. L’aquilone parla del sentimento dell’infanzia e del rapporto con la natura, più che della singola tradizione giapponese»
“Gas Giant” si compone di 10 mila aquiloni in carta e bambù realizzati a mano dall’artista che attraversano gli spazi accompagnando lo spettatore lungo gli ambienti espositivi fino alla sala centrale all’ultimo piano del palazzo. Qui l’opera si condensa e trasforma in una fitta nube che invade e satura lo spazio. Come preannuncia il titolo, il gigantismo dell’intervento, tipico della ricerca artistica di Hashimoto, dialoga con la straordinaria leggerezza e delicatezza dei materiali utilizzati, innescando un rapporto di partecipazione diretta con il visitatore immerso nella quiete ma anche nella meraviglia di un ambiente che simula un mondo incontaminato che tuttavia ancora non esiste.
Il bianco, colore predominante dei 10 mila aquiloni, è interrotto da pattern colorati e motivi geometrici e fitomorfi che conferiscono all’installazione un ritmo e un’andatura temporale. Hashimoto, infatti, procede nel suo lavoro all’elaborazione di una sempre nuova definizione dello spazio e del tempo, e all’esplorazione della dimensione onirica della natura che cambia prospettiva e significato in relazione al punto di osservazione, inducendo istintivamente lo spettatore a un’esperienza meditativa dell’opera. La tensione, ma anche l’esuberanza, visiva del lavoro di Jacob Hashimoto conferisce all’opera un aspetto poetico. La mostra è accompagnata dal primo catalogo monografico sull’opera di Hashimoto, edito da Marsilio Editori e curato da Luca Massimo Barbero. In questo stesso periodo, l’artista sta esponendo in spazi e gallerie a Verona, in Finlandia,Svezia e Germania.
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