Dieci ore per la sutura. Un paziente chiama le forze dell’ordine
Un 43enne in attesa al Pronto soccorso ha allertato il 112. L’Usl: «Era un codice bianco ed è stato visitato e medicato»
MIRANO. Spiacevole disavventura per un 43enne di Noale, che nella giornata di sabato ha dovuto usufruire del pronto soccorso dell’ospedale di Mirano per una ferita che si era procurato con un taglierino all’avambraccio sinistro.
L’uomo, R.C., accompagnato dalla compagna Daiana che poi è dovuta rientrare nella propria abitazione ad accudire la figlia della coppia, ha effettuato l’accesso al nosocomio alle 12.15, ma ha dovuto attendere mezz’ora per l’accettazione in codice bianco.
«Il pronto soccorso non risultava particolarmente affollato ma le ore passavano in attesa della chiamata e nonostante le sollecitazioni rivolte al personale nessun sanitario si faceva avanti» racconta la compagna. «Intorno alle 19, un medico, scusandosi per l’attesa lo ha rassicurato che sarebbe stato chiamato a breve. Nel frattempo gli era stata applicata una prima medicazione e una garza».
Poi più nulla. Alle 20 la donna l’ha raggiunto con la figlia. Ma ancora niente. «È a quel punto che un altro ragazzo anch’egli da ore in attesa di essere visitato per un problema ad un piede, non potendone più ha chiamato i carabinieri» ha raccontato ancora la donna.
I militari sono arrivati in tempi rapidi e hanno conferito con i pazienti in attesa e con il personale ospedaliero certificando la regolare operatività del pronto soccorso. «Quando se ne sono andati il mio compagno è stato visitato, medicato e dimesso. Il tutto, però, alle 22.44. Dopo ben 10 ore dal suo ingresso in ospedale. Eppure si trattava di un taglio di modesta entità, non è passibile aspettare tanto».
«Il paziente si è presentato autonomamente al Pronto soccorso» replica in una nota l’Usl 3 «e il suo caso è stato classificato in codice bianco, pertanto non urgente poiché si trattava di una ferita di lieve entità che non necessitava di un intervento immediato. Il paziente è stato visitato e medicato correttamente una volta risolte le urgenze e i casi di maggior priorità rispetto al suo. Questo è avvenuto senza alcuna sollecitazione da parte delle forze dell’ordine, le quali, dopo essere state chiamate dal paziente, hanno verificato il corretto funzionamento dell’attività del Pronto soccorso e sono uscite senza formulare alcun verbale, poiché la segnalazione non aveva fondamento».
E ancora: «Nella mattinata di ieri gli ambulatori attivi dedicati alle visite erano quattro di cui uno interamente concentrato sui codici bianchi e i medici in servizio erano quattro. Si dividevano correttamente il lavoro tra Area critica, Osservazione breve dedicata ai sospetti Covid, Osservazione breve “non Covid” e uscite in ambulanza per gestire i codici rossi. Oltre al signore sono stati 120 i pazienti seguiti quel giorno, di cui 10 in codice rosso, 22 in codice giallo, 31 in codice verde e 57 in codice bianco». Ribatte ancora l’Usl 3: «Una situazione quindi, di ordinaria e piena attività emergenziale, tale per cui la gestione di problematiche semplici come quella del signore in oggetto, doveva necessariamente attendere rispetto alle urgenze. Il Pronto soccorso di Mirano lavora con la massima serietà senza fermarsi mai, nonostante l’impennata improvvisa estiva di contagi, il personale in malattia per covid, le ferie da garantire e la carenza fisiologica di medici e infermieri che l’Azienda cerca di tamponare, anche con l’ausilio di contratti di libera professione, e nonostante l’aggressività crescente di alcuni utenti che sottopongono il personale rimasto “in trincea” a intimidazioni verbali e fisiche che meritano la disapprovazione senza se e senza ma». Riccardo Musacco
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