Dieci indagati per "cresta" sui cassoni del Mose a Chioggia

Secondo l'accusa sarebbero state emesse fatture per operazioni solo parzialmente esistenti, per un totale di 4 milioni di euro

VENEZIA. Dieci persone sono state indagate dal pm veneziano Stefano Ancillotto per la presunta "cresta" sui cassoni del Mose a Chioggia. Secondo l'accusa sarebbero state emesse fatture per operazioni solo parzialmente esistenti, per un totale di 4 milioni di euro.

Le imprese che hanno realizzato i cassoni del Mose, gli enormi manufatti in calcestruzzo ancorati in fondo alla bocca di porto, avrebbero gonfiato, come riportano i giornali locali, i costi di ciascun cassone da 7,6 a 8,1 milioni di euro.

Sul registro degli indagati per questo nuovo filone dell'inchiesta sul Mose, il sistema di paratie che dovrebbe difendere Venezia dalle acque alte, sono stati iscritti, tra gli altri, il presidente della Clea (quarta cooperativa italiana nel settore delle costruzioni con 70 milioni di fatturato) Sandro Zerbin e Pio Savioli, ex consigliere del Consorzio Venezia Nuova. 

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