Didattica e virtuale, M9 come distretto di nuove economie

Mestre. I creativi di “Zebra mapping” sono tutti giovani e under 30. «In due anni siamo triplicati, Mestre è la nostra America»

MESTRE. Museo M9, non solo un grande spazio culturale in pieno centro a Mestre ma anche un luogo dove si possono gettare le basi per un distretto anche dell’economia del virtuale, che nel solo 2017, a livello mondiale, ha già visto un aumento di oltre il 56 per cento, in termini di vendite e fatturato. Settore che nasce dai videogiochi, certo, ma che oggi ha tantissime applicazioni e utilizzi.

Per la struttura museale del M9 il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: ieri, 31 marzo, il cantiere di costruzione è tecnicamente terminato e da subito dopo Pasqua si entra nel vivo degli allestimenti e della posa del rivestimento in ceramica policroma, che tutti attendono di vedere. Un investimento da 120 milioni di euro complessivi. E che coinvolge tante aziende, nazionali e locali.

Gli allestimenti sono progettati da Studio Grisdainese coadiuvato da Gruppofallani e Mosaico Studio, che è un gruppo di creativi che ha già lavorato, per esempio, per la Mattel per vivacizzare l’esperienza dentro i negozi del marchio e che sta coinvolgendo giovani aziende di creativi, anche veneti.

Un gruppo, in particolare, è quello dei vicentini “Zebra Mapping” che hanno mostrato cosa san fare partecipando all’allestimento di M-Children, la ludoteca interattiva in via Poerio che ieri ha visto la prima giornata di “Open day” per bambini e famiglie, con replica il 3 aprile, per un totale di oltre cento bimbi in visita, nove laboratori organizzati e famiglie che si sono sentire rispondere di tornare un’altra volta per il “tutto esaurito”.

Sebastiano, uno dei fondatori della società, ci spiega: «Siamo partiti in tre, oramai due anni fa e adesso lavoriamo in nove. Siamo un team di creativi e tecnici che sperimenta, progetta e realizza esperienze multimediali immersive all'avanguardia. E siamo tutti under 30. Assieme a “Mosaico group”, lavoriamo a soluzioni tecnologiche avanzate anche per musei interattivi e siamo anche coinvolti nel progetto M9». Allo spazio M-Children è loro la cascata d’acqua con le bolle che simulano le movenze umane. Loro sono i grammofoni del laboratorio di musica e quelli di scrittura futurista o del Bauhaus. «Stiamo lavorando anche su nuove forme di realtà virtuale e nei prossimi due anni sicuramente sentirete ancora parlare di noi». La sfida di un progetto come M-Children, ha spiegato Silvia Fabris, che ha coordinato il pool di specialisti al lavoro per la ludoteca interattiva, è stato quello di utilizzare il «linguaggio tecnologico come strumento per una officina di idee e per una didattica del fare. La didattica di alta qualità è un affare serio». Lo spazio nato dalle suggestioni di Bruno Munari e Loris Malaguzzi, diventa la dimostrazione concreta che anche nuove forme di economia sono possibili.

«Spero davvero che dall’esperienza che stiamo facendo con il museo M9 di Mestre si possa anche creare un distretto tecnologico che diventi una centrale di sviluppo. Io e i miei compagni veniamo da studi in Svizzera», continua a spiegare Sebastiano di “Zebra Mapping”, «dove sono molto attivi anche i videoartisti. Settore che per noi è una vera possibilità di sviluppo di impresa e grazie all’aiuto della Camera di commercio vicentina siamo partiti e ora collaboriamo con grandi marchi e siamo partner tecnici di Epson. Siamo convinti che questo settore possa rappresentare una sorta di “nuova America” in cui investire e che possa dare anche lavoro».


 

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