Devono toglierle un neo ne operano un altro sano

Il caso all’ospedale di Mirano. Una signora di 40 anni è stata costretta a rifare l’intervento chirurgico. Poi le hanno consegnato il referto sbagliato
Mirano (VE):.Esterno nuovo padiglione ospedale di Mirano..23/10/00 (c) Light Image Studio..Morsego.
Mirano (VE):.Esterno nuovo padiglione ospedale di Mirano..23/10/00 (c) Light Image Studio..Morsego.
CAMPOLONGO. Sbagliano ad asportare il neo sospetto e ne operano un altro che non c’entrava nulla: una signora di 40 anni di Campolongo ha dovuto rifare l’operazione e alla fine, la seconda volta, le hanno pure dato solo il referto istologico sul neo sbagliato. È la vicenda che porta alla luce il Tribunale del Malato di Dolo e Mirano, capitata nei mesi scorsi all’ospedale di Mirano.


«B.N., una signora di 40 anni di Campolongo, si era recata in ospedale a Mirano», spiega Sandra Boscolo del Tribunale del Malato, «per la rimozione di un neo sospetto sull’addome. Il giorno dell’intervento la signora ha indicato quale fosse il neo da asportare all’infermiera, che ha provveduto alla disinfezione e alla preparazione del campo operatorio. Una volta a casa la signora si è accorta che invece del neo sospetto ne era stato rimosso un altro, sano. Con il vecchio problema da risolvere e il timore che il neo rimosso non fosse stato disinfettato», comunica il Tribunale del Malato, «la signora ha telefonato al medico dell’ospedale, che le addossato la responsabilità di non avere indicato il neo giusto e l’ha invitata a tornare per la rimozione del secondo neo (stavolta quello giusto) informandola che non avrebbe dovuto pagare il ticket della prima prestazione chirurgica». Il Tribunale del Malato ha ricostruito l’accaduto: «La signora B.N. aveva fornito all’infermiera le indicazioni corrette e aveva seguito la procedura di disinfezione; il neo non era stato tracciato, come si sono invece premurati di fare nel secondo intervento, chiedendo stavolta inoltre la foto in possesso della signora». Rimaneva però a carico della signora il pagamento del ticket per l’esame istologico che il medico aveva detto non remissibile e che la signora, giustamente, riteneva di non corrispondere: per questo motivo la donna si è rivolta al Tribunale del malato che con il suo intervento ha ottenuto la remissione del secondo ticket per il referto istologico inutile. Ma la cosa non è finita qui. Dopo circa un mese, quando è andata a ritirare il referto istologico, alla signora è stato consegnato quello del primo intervento, mentre nel foglio del secondo c’era scritto, a caratteri maiuscoli in grassetto e con tre punti esclamativi, “Referto annullativo! ! ! ”. Nel dubbio di non poter conoscere il referto istologico del neo sospetto, la paziente ha chiesto spiegazioni e ha ricevuto conferma che non c’erano altri referti a suo nome. Referto che il Tribunale del Malato è riuscito poi a reperire e che aveva per fortuna esito benigno sul neo sospetto.


L’Usl 3 di Mirano in una lettera inviata a B.N. ha spiegato che: «Si è prodotto un problema di comunicazione fra la donna e il personale sanitario. L’Uo di Dermatologia si assicura anche l’annullamento del ticket addebitato alla signora».


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