Detenuto aggredisce tre agenti, il Sappe: "Dateci lo spray al peperoncino"
VENEZIA. Alta tensione nella Casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia: lunedì pomeriggio, un detenuto è andato in escandescenze, aggredendo e ferendo tre agenti, uno dei quali è dovuto ricorrere al pronto soccorso con una costola fratturata. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia, che chiede che gli agenti di Polizia penitenziaria siano dotati di spray al peperoncino per autodifesa.
“Il detenuto nordafricano, dopo essere stato nel cortile dei passeggi per l’ora d’aria, si rifiutava di rientrare in cella e si aggirava per la sezione detentiva”, spiega il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, in un comunicato, “ai richiami dell’agente di Polizia penitenziaria in servizio, ha reagito improvvisamente con violenza, aggrendendolo. Sono intervenuti altri poliziotti e nella colluttazione tre agenti sono rimasti feriti, uno dei quali ha una costola rotta. A loro va la nostra vicinaza e solidarietà”.
Da qui la richiesta del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione centrale: “Sono anni che sollecitiamo di dotare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria di strumenti di tutela efficaci, come può essere lo spray anti aggressione recentemente assegnatoa Polizia di Stato e carabinieri. Mi auguro che il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Capo DAP Santi Consolo valutino positivamente questa nostra proposta e, quindi, assumano i provvedimenti conseguenti".
Secondo i dati del Sappe, nel 2014, nella Casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore si sono contati “2 tentati suicidi di altrettanti detenuti, sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria e 19 episodi di autolesionismo (ingestione di corpi estranei, chiodi, pile, lamette, pile, tagli diffusi sul corpo e provocati da lamette)”.
Nel suo comunicato, Capece evidenzia infine come l’aggressione nel carcere di Venezia sia “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E che a poco serve un calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro, se non si promuovono riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, come ad esempio l’espulsione dei detenuti stranieri”.
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