Descalzi: «Cerchiamo un partner per lo sviluppo della chimica»
MARGHERA. Dopo settimane di silenzio e alla vigilia della manifestazione nazionale dei sindacati dei chimici a Roma (prevista per sabato prossimo), parlano sia l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, sia quello della controllata Versalis spa, Daniele Ferrari. Ambedue per assicurare che l’annunciata vendita di consistenti quote societarie di Versalis a un fondo di investimento estero «non metterà in discussione nè l’occupazione nè i progetti industriali previsti a Porto Marghera e negli altri siti italiani dell società dell’Eni che gestisce le ridotte produzioni chimiche».
«Non è ancora stato fatto nulla, cerchiamo un compagno di viaggio ma non esiste ancora, ne stiamo discutendo» ha detto ieri l'ad di Eni, Claudio Descalzi, interpellato sui rumors secondo cui il gruppo sarebbe vicino alla cessione del 70% di Versalis al fondo Sk Capital «Abbiamo spiegato che se vogliamo andare avanti e investire in un business che negli ultimi anni ci ha assorbito di cassa 5,8 miliardi, che ha perso di Ebit 3,3 miliardi, che abbiamo trasformato e che per la prima volta abbiamo portato a break even e sul quale dobbiamo ancora investire 1,2 miliardi, per questo dobbiamo trovare un compagno di viaggio, ma noi rimaniamo dentro Versalis e il partner dovrà sottostare ad alcuni paletti molto alti: mantenere il contesto industriale intatto per 5 anni, seguire il nostro piano di investimenti, non toccare le persone per tre anni, mantenere una società italiana, mantenere il management italiano».
«Questi» ha concluso Descalzi «sono i paletti che abbiamo messo. L'alternativa, è che da soli non riusciamo a mettere dei soldi per questo sviluppo, dobbiamo per forza trovare qualche socio che voglia investire con noi nello sviluppo della chimica». A Descalzi ha fatto eco l’ad di Versali, Daniele Ferrari, che nel corso di un’audizione in Commissione Industria del Senato sulle prospettive della chimica in Italia, ieri mattina ha ribadito che la società dell’Eni farà «di tutto per continuare a tenere in marcia gli impianti del cracking dell’etilene a Porto Marghera», malgrado nell’accordo sottoscritto l’anno scorso al ministero dello Sviluppo fosse prevista la chiusura del cracking e la costruzione di un nuovo impianto di chimica verde (oli lubrificanti vegetali) in riva alla laguna.
«Nel recente passato» ha specificato Ferrari «abbiamo avuto la fermata del cracking poi lo abbiamo riaperto per aiutare un concorrente in difficoltà, nel frattempo si sono create le condizioni per mantenere l'impianto ancora aperto e l'abbiamo fatto». Ferrari ha anche sottolineato «l'impegno di Versalis a proseguire su questa strada in parallelo con i progetti già annunciati di chimica verde, a condizione che venga ripristinato al più presto un clima di collaborazione senza ulteriori innalzamenti della tensione sociale». Infine Ferrari ha osservato che in merito ai possibili nuovi soci e azionisti «Versalis non è interessata a dialogare con un fondo di investimento classico, speculativo-finanziario, orientato a uscire dopo qualche anno di investimento. E allo stesso modo non ci va bene una classica società industriale che avrebbe richiesto la razionalizzazione di attività in Italia. Ci sono, invece, soggetti che, pur avendo valenza finanziaria, hanno anche società chimiche e quindi una mission di costruzione di una grande holding della chimica: e questi sono interessanti per noi per la parte finanziaria e le tecnologie».
I sindacati dei chimici continuano «visti i precedenti» a non fidarsi «degli impegni che Eni e Versalis annunciano, per poi smentire nella pratica». Hanno inviato una lettera - sottoscritta anche dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil - al premier Renzi.
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