Depressione: malati mezzo milioni di veneti
Nella nostra provincia i malati di "male oscuro" sono 96 mila. Le donne sono più del doppio degli uomini. Lo psichiatra: "Molti farmaci presi sconsideratamente"

Dal 2013 nuova bibbia della psichiatria: piu' lungo elenco delle malattie e sara' boom diagnosi. .ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO
VENEZIA. L'hanno chiamato in vari modi: male oscuro, tristezza, notte buia, cane nero. Si tratta della depressione, qualcosa che una volta esisteva in forma minica, ma che i nostri stili di vita e la mancanza di altri problemi più concreti stanno amplificando.
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I numeri. Sono 96 mila gli abitanti della provincia di Venezia che soffrono, nell’arco della vita, di depressione: le donne (oltre 66 mila) sono colpite in maniera più che doppia rispetto agli uomini (30 mila). Nel Veneto sono 551 mila e anche qui le femmine sono più del doppio.
Emergenza. I dati “disegnano” una vera e propria emergenza sociale: la depressione diventerà nel 2020 la seconda malattia più diffusa al mondo dopo le patologie oncologiche. Stando poi ai dati del ministero della salute, il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti hanno avuto almeno un episodio di depressione della durata di due settimane. Un quadro preoccupante emerso questa mattina in occasione dell’entrata in attività, presso la casa di cura “Park Villa Napoleon” di Preganziol, della prima New Lithium Clinic del nordest e tra le poche avviate in Italia.
Ambulatorio specifico. ”Si tratta di un ambulatorio convenzionato con il servizio sanitario al quale si accede pagando solo il ticket, se dovuto, e con un team dedicato alla cura dei pazienti con disturbi affettivi e in cui si svolgono attività ambulatoriale, psicoterapia individuale e di gruppo e visite mediche – spiega Franco Garonna direttore sanitario della casa di cura neuropsichiatrica Park Villa Napoleon di Preganziol - Rispetto alla depressione i servizi psichiatrici tradizionali sono spesso inadeguati, perché si tarano sulla disabilità o cronicità. I pazienti affetti da depressione sono un po’ in balia di loro stessi, mentre avrebbero bisogno di tempi e spazi adeguati e quindi di una struttura dedicata esclusivamente a questo tipo di patologia”.
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Alti costi. Il costo sociale in Italia della depressione, inteso come ore lavorative perse, è pari a 4 miliardi di euro l’anno, mentre per l’intera economia europea è stato stimato un costo pari a 92 miliardi di euro, di cui 54 (pari al 59%), correlati a costi indiretti per assenza lavorativa.
Farmaci. “E poi c’è il problema dei farmaci: secondo l’agenzia italiana del farmaco, solo 1/3 dei malati li assume e, tra questi, solo il 31% li prende in maniera appropriata. Quindi - prosegue Garonna – oltre 20 mila veneziani assumono farmaci in maniera non appropriata in particolare nel dosaggio. La depressione non riconosciuta e quindi non trattata espone chi ne è affetto a varie conseguenze negative. In generale comporta una riduzione delle aspettative di vita: chi è depresso può poi isolarsi, lavorare in modo meno efficiente, trascurare le sue responsabilità. Soprattutto se giovane, può far ricorso all’alcol o a droghe per cercare di alleviare la sua sofferenza”.
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