Depressione, 96mila veneziani ne soffrono
«Fuori, nelle nostre città, esiste una moltitudine di persone infelici a cui va data una risposta professionale. E che non vanno lasciati in balìa di loro stessi». Quante persone soffrono di depressione in provincia di Venezia? Prova a dare una risposta uno studio dello psichiatra Franco Garonna, ex direttore dell’Unità di psichiatria dell’ Asl 3 di Bassano del Grappa e poi al centro di salute mentale dell’ Asl 12 veneziana, docente alla scuola di psicoterapia di Padova ed oggi direttore sanitario della casa di cura “ Park Villa Napoleon” di Preganziol (in provincia di Treviso). Più di 96 mila persone nella nostra provincia soffrono di depressione, secondo lo studio: circa 30 mila sono uomini. Più del doppio, 66 mila, sono le donne.
Nel Veneto i malati di depressione, secondo lo studio del team di Garonna, sono oltre 551 mila. Almeno 105 mila a Padova; più di 99 mila a Treviso. Quasi 24 mila a Belluno. Persone che convivono con un male, che secondo gli esperti, nel 2020 sarà la seconda malattia più diffusa nel mondo, dopo le malattie cardio-respiratorie. Secondo lo studio a Venezia ci sono anche 1.350 bambini (tra i 3 e gli 11 anni)e più di 1.800 adolescenti (tra i 12 e i 17 anni) che hanno avuto almeno un episodio depressivo. 32 mila persone che assumono farmaci per curarsi: oltre 20 mila utilizzano le medicine in maniera non appropriata.
Dati su cui riflettere e che al momento non trovano conferme, per esempio, presso l’Asl 12 veneziana, e che puntano i riflettori su una malattia di cui si parla troppo poco, spiega Garonna che ha inaugurato a Villa Napoleon ieri un nuovo servizio convenzionato con il sistema sanitario nazionale: la “New Lithium Clinic”, prima del Nordest e tra le poche in Italia. «Un ambulatorio al quale si accede pagando il ticket, se dovuto, con l’impegnativa del medico di medicina generale. Tutti possono accedere e troveranno un team dedicato alla cura dei pazienti con disturbi affettivi e in cui si svolgono colloqui, visite, psicoterapia individuale e di gruppo. Il team comprende due medici, una psicologa, un infermiere», dice Garonna. «Un servizio che ha l’obiettivo di seguire i pazienti anche a casa, con frequenti contatti anche con le famiglie. Un centro specialistico per assicurare a tutti l’accesso a trattamenti medici e psicologici. Molti paura e scarsa informazione, oggi non si curano», dice lo psichiatra. Le visite si possono già prenotare, il via dal 17 agosto. In Italia la malattia colpisce l’11, 2 per cento della popolazione. Più donne che uomini e solo un malato su tre assume farmaci. Per il 30 per cento in modo sbagliato. Il costo sociale della depressione, inteso come ore lavorative perse, è pari a 4 miliardi di euro l’anno. «Chi è depresso può isolarsi, lavorare in modo meno efficiente, trascurare le sue responsabilità. Se giovane, può far ricorso all’alcol o a droghe per cercare di alleviare la sua sofferenza», ricorda lo psichiatra.
Mitia Chiarin
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