Deposito Gpl, presentato ricorso al Tar
Chioggia. Costa Bioenergie ha impugnato l’ordinanza comunale che impone il “ripristino dei luoghi” a Punta Colombi
CHIOGGIA. Depositato il ricorso al Tar contro l’ordinanza comunale che impone il ripristino dei luoghi a Punta Colombi. La Costa Bioenergie ha impugnato il provvedimento chiedendo che sia sospeso e che i lavori nel cantiere per l’impianto gpl possano riprendere. Il Comune si sta attrezzando per difendersi e il comitato No Gpl sta organizzando iniziative pubbliche per raccogliere i fondi con cui sostenere l’azione legale di supporto al Comune.
A poco più di un mese dall’ordinanza di stop ai lavori è arrivato, l’annunciato, ricorso della ditta. L’amministratore unico di Costa Bioenergie, Luca Moroni, aveva già spiegato l’intenzione di adire le vie legali per contestare la legittimità dell’ordinanza comunale ribadendo la convinzione di un iter regolare, nel frattempo confermato nuovamente dal Ministero dello sviluppo economico che ha concesso la proroga di due anni. Aveva spiegato di sospendere i lavori (malgrado l’ordinanza non lo imponesse direttamente parlando genericamente di ripristino dello stato dei luoghi entro 120 giorni) in attesa della pronuncia della magistratura. Ora il ricorso è ufficiale. La notifica è arrivata in municipio e l’amministrazione dovrà dare mandato all’avvocatura civica di preparare la difesa.
Accanto al Comune, con la formula del ricorso ad opponendum, si presenterà anche il comitato No Gpl. «Il nostro legale (l’avvocato Matteo Ceruti di Rovigo)», spiega il presidente del comitato, Roberto Rossi, «è già pronto, stavamo solo attendendo che la ditta formalizzasse il ricorso. Saremo a fianco dell’amministrazione comunale, come avevamo promesso, perché la battaglia è la stessa e siamo certi che l’ordinanza di stop fosse un atto dovuto, che il comitato peraltro ha sollecitato per mesi. Siamo in attesa di capire se il ricorso sia stato presentato al Tar del Veneto, trattandosi di un’ordinanza del comune di Chioggia, o al Tar del Lazio, dato che l’ordinanza fa esplicito riferimento alla nota del Ministero dei beni culturali che ha imposto al Comune di agire constatando la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica». Quale che sia la sede del Tribunale, il mandato al legale avrà comunque un costo e il comitato, già da settimane, si sta adoperando per una sottoscrizione pubblica che permetta di avere la liquidità necessaria. Alcuni negozi e un campeggio hanno dato disponibilità a raccogliere fondi nelle proprie attività, esiste un Iban e la cassetta per le offerte nel gazebo presente il giovedì al mercato. «Siamo ancora distanti dall’obiettivo ma qualcosa si muove», spiega Rossi, «non è facile chiedere soldi in momenti difficili per le tasche di tutti, ma la città è generosa e siamo certi che la risposta non tarderà. Abbiamo in mente alcune iniziative particolari per raccogliere fondi. Stiamo organizzando una serata per fine mese, nello scenario della piscina comunale, con una cena in cui parte del ricavato andrà alla causa del comitato che è poi la causa della città intera se si tiene conto che contro il deposito di Gpl abbiamo raccolto 13. 000 firme».
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