Deposito Gpl a Chioggia. «Disastro ambientale», la Procura crea un pool
Il procuratore capo d’Ippolito affida le indagini a quattro pm, dopo gli esposti di comitato e politici. Ipotizzati anche abuso d’ufficio e violazioni urbanistiche. Il braccio di ferro tra Socogas e cittadini arriva alla svolta con le indagini su tre diversi fronti. Per il momento, comunque, non ci sono indagati

CHIOGGIA. Disastro ambientale colposo, abuso d’ufficio e violazione delle norme urbanistiche: sul caso del Gpl a Chioggia, la Procura della Repubblica di Venezia ha formulato queste tre ipotesi di reato a carico di ignoti. Le indagini sono a una primissima fase. Il procuratore capo reggente Adelchi d’Ippolito ha voluto riunire in un unico fascicolo gli iniziali tre procedimenti che erano stati aperti sullo stesso caso e finalizzati ciascuno a scandagliare un aspetto diverso della vicenda.
Chioggia si mobilita contro il mega deposito di Gpl
Il pool. Dopo la riunione operativa che d’Ippolito ha convocato negli uffici della Procura nel pomeriggio di lunedì con i pubblici ministeri, è stato costituito un pool di sostituti procuratori che si occuperanno delle indagini secondo la propria area di competenza. I pubblici ministeri Francesca Crupi e Antonia Sartori dovranno lavorare sugli aspetti ambientali, mentre Roberto Terzo su quelli autorizzativi. Massimo Michelozzi sarà invece chiamato a scandagliare le eventuali violazioni in materia urbanistica sul caso Gpl. A coordinare il lavoro del pool sarà il procuratore capo reggente.
Gli esposti. «L’indagine è scaturita dalla presentazione dei diversi esposti in Procura», ha chiarito ieri Adelchi d’Ippolito. Si tratta sia delle segnalazioni presentate nei mesi scorsi dal comitato “No Gpl” di Chioggia segnalando possibili violazioni, sia di quelle firmate rispettivamente dal sindaco pentastellato di Chioggia Alessandro Ferro e dal suo predecessore Giuseppe Casson. «Si tratta di fascicoli al momento a carico di ignoti, quindi senza alcun indagato, per le ipotesi di reato di disastro ambientale colposo, abuso d’ufficio e violazione delle normative in materia di urbanistica», ha aggiunto il procuratore capo reggente, «Garantiamo che la Procura procederà sul caso con la massima serietà e attenzione, esamineremo tutti gli aspetti della vicenda». Anche perché il caso Gpl a Chioggia ha travalicato i confini del Veneziano, diventando una questione con eco nazionale grazie anche alle trasmissioni televisive che ne hanno parlato.
Le ipotesi di reato. Anzitutto il disastro ambientale: i sostituti procuratori dovranno chiarire se la presenza del deposito di Gpl con i suoi “bomboloni” possa rappresentare un potenziale pericolo per l’ambiente circostante e se ci possano essere rischi connessi per la popolazione in relazione alla presenza del sito di stoccaggio di Gpl. Quanto all’abuso d’ufficio, ha chiarito il procuratore capo reggente, «sarà passata al vaglio la regolarità della procedura per il rilascio dell’autorizzazione per l’impianto, a partire dal decreto interministeriale». Il tutto per capire se i diversi enti coinvolti abbiano agito secondo la legge. Non sono da tralasciare gli aspetti urbanistici: l’indagine della Procura della Repubblica dovrà dire se anche da questo punto di vista, tutto è stato fatto secondo la normativa vigente.
Documentazione al vaglio. Il lavoro dei quattro sostituti procuratori del pool Gpl inizierà dall’analisi della corposa documentazione che è già stata acquisita da tutti gli enti - in primis il Ministero dello sviluppo economico e la Regione - attraverso cui è passato l’iter autorizzativo dell’impianto chioggiotto. La mole di carte da studiare è notevole e proprio per questo il procuratore capo reggente ha deciso di costituire il pool di pubblici ministeri per suddividere il lavoro così come avviene nelle inchieste di una certa rilevanza, richiamando quanto fatto per la maxi inchiesta della tangentopoli del Mose.
La replica di Socogas. «Replicheremo nelle opportune sedi giudiziarie a chi esercita indebite pressioni sulle autorità amministrative, spesso fornendo informazioni false o parziali, e (in caso) nei confronti di chi dovesse prestarsi a porre in essere atti illeciti e/o sviati in violazione delle regole del pubblico agire e del principio di legittimo affidamento», si legge in una nota di Socogas, «Saremo costretti ad agire a tutela dell’immagine, del patrimonio e dell’attività di impresa della nostra società contro chiunque ne pregiudicasse l’integrità e la reputazione».
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