Deposito di Gpl, da giovedì bloccato l’ingresso abusivo
Chioggia. Entrerà in vigore l’ordinanza del Tar che impone la chiusura del varco Il comitato chiede al Comune di controllare. Via vai di camion a Punta Colombi
CHIOGGIA. Ultime 48 ore per utilizzare il passo carraio abusivo realizzato da Costa Bioenergie per entrare con i camion nel cantiere di Punta Colombi. Da giovedì i camion non potranno più passare di là e, in teoria, il cantiere avrà difficoltà nella continuazione dei lavori.
Queste le considerazioni del comitato No Gpl che chiede all’amministrazione comunale di verificare che la ditta ottemperi alla sentenza e in caso contrario di far eseguire i lavori a un soggetto terzo imputando le spese a Costa Bioenergie. Il Tar, rigettando il ricorso intentato dalla società contro l’ordinanza comunale del 27 aprile che imponeva il ripristino entro 90 giorni dello stato dei luoghi per l’accesso, ha stabilito che la ditta debba chiudere il varco e riportarlo alla fisionomia precedente. In caso contrario può procedere il Comune in modo coatto. Dal 27 luglio quindi nessun camion potrà accedere da via Maestri del lavoro. «Chi pensa sia una sentenza di poco conto sbaglia», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato, «decretando abusivo il varco il Tar in buona sostanza ha eliminato la possibilità di accesso al cantiere perché non esistono, a nostro avviso, altri percorsi per entrare con i mezzi pesanti. Lo dimostra anche il fatto che negli ultimi giorni c’è stato un via vai continuo di mezzi per introdurre nel cantiere quanto più materiale possibile e poter proseguire con i lavori da dentro anche dopo il 26 luglio, data ultima per il ripristino dei luoghi. Di certo ricorreranno al Consiglio di Stato, magari useranno il percorso indicato nel progetto o chiederanno autorizzazioni per altri, nel frattempo però si è segnato un punto importante nella battaglia della città contro l’impianto». Rossi ricorda come la ditta abbia sempre sostenuto in tutte le sedi di aver osservato la normativa in vigore e di poter contare su un iter immacolato, inattaccabile.
«Il Tar dice il contrario», spiega il presidente Rossi, «confermando la legittimità dell’ordinanza comunale di aprile conferma che una macchia nell’iter c’è, stanno usando da un anno un accesso abusivo, aperto senza le autorizzazioni dovute. Ci rammarica la tempistica, noi avevamo segnalato l’irregolarità del varco a agosto dell’anno scorso, quando di fatto il cantiere non era avviato (la data ufficiale di inizio lavori comunicata dalla ditta è 3 novembre 2016 ndr), ma il dirigente di allora non ritenne di firmare l’ordinanza. Se lo avesse fatto il cantiere di fatto non sarebbe partito. Ora ci attendiamo che il Comune continui con questa linea e giovedì mandi le ruspe a chiudere il varco imputando le spese a Costa Bioenergie perché in 48 ore di sicuro non provvederà la ditta».
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