Depositi in banca e libretti postali, record di risparmi nel Veneziano con la pandemia

Ai residenti intestati 720 mila rapporti con le Poste. Negli istituti bancari più di 23 miliardi di euro 

VENEZIA. La pandemia stimola al risparmio le famiglie veneziane. L’incertezza dovuta all’emergenza sanitaria invita ad accantonare i propri soldi in conti correnti e libretti postali, sottraendoli di fatto all’economia reale.

Secondo i dati Bankitalia i depositi in provincia di Venezia, a giugno 2020, sono arrivati a sfiorare i 20 miliardi e mezzo di euro (più 5,6% rispetto all’anno scorso). Appena due mesi dopo, alla data del 31 agosto, nelle banche veneziane c’erano 22,8 miliardi di euro, quasi tre miliardi di euro in più. Ciò significa che tra giugno e agosto i veneziani hanno continuato ad accantonare i propri risparmi.

Anche Poste Italiane evidenzia la corsa al risparmio dei veneziani. «L’importanza di avere a disposizione uno strumento di risparmio garantito, flessibile e redditizio è emersa in maniera ancor più significativa nei mesi dell’emergenza sanitaria, grazie alla possibilità di sottoscrivere buoni postali e di aprire libretti di risparmio postale sul sito poste.it o tramite BancoPosta», spiegano dalla società che rende noto che in provincia, al 30 settembre 2020, i buoni postali in essere erano oltre 417 mila, mentre i libretti di risparmio sono 311 mila. Complessivamente, oltre 720 mila rapporti aperti con le Poste, tradizionale salvadanaio degli italiani.

«In tutto il Veneto sono circa 5 milioni i buoni ed i libretti attivati negli uffici postali. In media, ogni cittadino veneto, di qualsiasi età, possiede un buono oppure un libretto», spiegano a Poste Italiane.

L’aumento del ricorso al risparmio vedeva a giugno la stessa percentuale di incremento, più 5,6%, di dicembre 2019 quando l’ammontare del risparmio veneziano nelle banche era di 19 miliardi e 887 mila euro.

Nel dicembre 2018 i miliardi depositati nelle banche erano 18,797 (dati del rapporto di Banca d’Italia sul Veneto di novembre 2020). Situazione che secondo gli esperti è conseguenza sia del freno a mano tirato sugli investimenti, in particolare delle imprese, sia del minore rendimento dei Btp, a cui gli italiani sono storicamente affezionati, dopo gli aiuti della Bce. L’insicurezza generale invita al risparmio puntando sul conto corrente più che su titoli, azioni o le obbligazioni. I veneziani vanno quindi sul sicuro, visti i tempi incerti sia sul fronte sanitario che economico.

I titoli a custodia nella provincia di Venezia avevano visto un aumento del 4,4% tra dicembre 2018 e dicembre 2019, passando da 9 miliardi e 127 milioni a 9 miliardi e 527 milioni ma a giugno 2020 è emerso il segno negativo, con un meno 2,8%, e sono scesi a 9 miliardi e 254 milioni. Conferma del calo del ricorso ad azioni e obbligazioni.

Passando ai prestiti delle banche verso le famiglie e le imprese, a giugno 2020 il ricorso è aumentato del 2%, con un valore complessivo per la provincia stimato in 19 miliardi e 749 milioni, mentre a dicembre 2019 i prestiti nel Veneziano risultavano, rispetto al mese di dicembre 2018, in lieve calo, del -0,1%. —

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