Depositato l’esposto contro il sindaco di Chioggia
CHIOGGIA. Depositato l’esposto contro il sindaco Alessandro Ferro come socio dell’Ultima spiaggia. Ieri mattina alle 10 i consiglieri di opposizione Marco Dolfin (Lega), Barbara Penzo e Jonatan Montariello (Pd) e Beniamino Boscolo Capon (FI) hanno firmato in commissariato la richiesta di inviare tutto il materiale raccolto sulle concessioni 62 e 63, gestite dalla società Ultima spiaggia, alla Procura della Repubblica chiedendo verifiche sulla regolarità dell’attività.
Un atto che segue quanto annunciato durante il Consiglio fiume del 30 gennaio quando per oltre otto ore si è parlato della vicenda Ultima spiaggia e dei possibili profili di conflitto di interesse che coinvolgono Ferro nella duplice veste di sindaco e di imprenditore con il peso di una sentenza del Consiglio di Stato da applicare, contro la sua società, entro metà febbraio. In commissariato i consiglieri hanno riassunto quanto ampiamente spiegato in Consiglio comunale, consegnando agli agenti della Digos anche un malloppo di documenti piuttosto corposo, frutto di ripetuti accessi agli atti.
Documenti che ripercorrono dal 1999 a oggi le vicissitudini della concessione 62, fino al 2014 assegnata a don Fabio Calore come parroco di Ca’ Lino per fini sociali, e poi passata con un sub ingresso (decretato irregolare dal Tar nel 2015 e dal Consiglio di Stato nel 2016) alla società Ultima spiaggia in cui Ferro siede come socio accomandante col 50% delle quote. L’accesso agli atti è stato fatto anche per la concessione 63 che la moglie del sindaco ha ceduto a Ultima spiaggia il 27 luglio scorso.
Assieme ai documenti anche il materiale fotografico prodotto da Dolfin che ha eseguito due sopralluoghi sull’arenile di Isola Verde il 14 e 24 gennaio scorso documentando come alcune strutture removibili, che in base al regolamento comunale sul Demanio dovrebbero essere rimosse a fine stagione, siano sparite prima del secondo sopralluogo.
«Noi non condanniamo nessuno», spiega Dolfin, «chiediamo però che chi ha il potere di fare verifiche le faccia perché ci sono molti elementi che ci lasciano perplessi. L’aspetto più grave, a mio avviso, è quello delle opere sparite di colpo, fatalità dopo il Consiglio del 17 gennaio in cui è stato deciso di rimandare la discussione di Ultima spiaggia a una seduta successiva, che potrebbero configurare un abuso ambientale».
Negli ultimi giorni i consiglieri hanno raccolto ulteriori documenti da allegare al malloppo. «Abbiamo richiesto tutti gli atti riguardanti il Demanio», spiega Dolfin, «alcuni hanno la firma del sindaco che però dal 16 gennaio ha ceduto la delega. Per carità si tratta di richieste generali in tema di ripascimento, però forse in un momento così delicato avrebbe potuto lasciare che firmasse tutto il vicesindaco».
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