Delitto Pamio, processo d’appello Busetto torna in aula il 14 ottobre
Il presidente della Corte d’assise d’appello Gioacchino Termini ha fissato la data della prima udienza del processo nei confronti di Monica Busetto, l’inserviente sanitaria condannata in primo grado a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Lida Taffi Pamio e poi scagionata grazie alla confessione di Susanna «Milly» Lazzarini. Il processo inizierà il 14 ottobre prossimo: il magistrato ha deciso la data dopo che i difensori della Busetto, gli avvocati Alessandro Dogliani e Stefano Busetto, hanno presentato un’istanza in cui chiedono che il processo d’appello sia fissato prima possibile anche se la donna è stata scarcerata ed è libera di andare dove vuole (deve soltanto firmare il registro in Questura una volta la settimana).
Naturalmente ancora non è noto come si svolgerà il dibattimento, ma una circostanza è certa: la Corte d’assiste d’appello dovrà necessariamente interrogare «Milly» Lazzarini, che per la prima volta dovrà raccontare in un’aula ciò che ha riferito in almeno tre interrogatori soltanto ai pubblici ministeri Lucia D’Alessandro e Alessia Tavarnesi, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Mariarosa Cozza.
Lazzarini ha riferito di aver ucciso Lida Pamio in viale Vespucci, dopo essere stata accusata di aver assassinato, in Corso del Popolo, Francesca Vianello: entrambe le donne anziane erano amiche della madre dell’omicida e un tempo si frequentavano. Gli investigatori della Squadra mobile hanno trovato un primo ed importante riscontro delle dichiarazioni della rea confessa, sull’interruttore della luce di casa Pamio è stata trovata una traccia di sangue della vittima mischiato a sudore proveniente dalla Lazzarini, che evidentemente per accendere o spegnere la luce aveva lasciato quella traccia dopo aver ucciso l’anziana amica della madre. La Procura della Repubblica ora si affida al superperito e professore Emiliano Giardina per riesaminare alcuni reperti sequestrati nella casa di Lida Pamio per stabilire se «Milly» Lazzarini ha ucciso da sola o aveva un complice in viale Vespucci.
Giardina è il genetista dell'Università di Roma Tor Vergata, consulente tecnico per la genetica forense dei Tribunali di Roma e di Urbino e collaboratore della Polizia Scientifica della Direzione Centrale Anticrimine, che ha dato una svolta all'indagine sull'omicidio di Yara Gambirasio: è stato lui ad arrivare alla conclusione che il presunto killer fosse il figlio illegittimo dell'autista, cioè Massimo Bossetti. Con questa consulenza i pubblici ministero voglio appurare se nei reperti sotto sequestro vi siano tracce della presenza anche della Busetto in casa della Pamio. Il sospetto, nonostante Lazzarini abbia sostenuto di aver commesso il delitto da sola, è che la Busetto possa essere stata sua complice. I risultati della consulenza verranno inviati anche alla Corte d’assise d’appello prima del processo di ottobre.
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