Delitto Pamio, collanina decisiva “Milly” in soccorso della Busetto

«Non è quella che ho strappato dal collo di Lida»: se venerdì la Lazzarini confermerà in aula bunker questa tesi l’imputata, condannata proprio per il monile, sarà definitivamente scagionata

Il presidente della Corte d’assise d’appello Gioacchino Termini e i giudici popolari hanno deciso per la riapertura dell’istruttoria del processo per l’omicidio di Lida Taffi Pamio per ascoltare quello che ha da dire “Milly” Lazzarini, che ha confessato di averla uccisa. Ma non solo: hanno accolto anche la richiesta avanzata dall’avvocato Alessandro Doglioni, difensore di Monica Busetto (condannata in primo grado a 24 anni e mezzo). Il legale ha chiesto di portare in aula la collanina d’oro sequestrata in casa della Busetto e sulla quale un tecnico della polizia ha recuperato il dna della vittima. L’avvocato Doglioni vuole che quel gioiello sia mostrato alla Lazzarini perché nel verbale di uno degli interrogatori che ha reso alle pubbliche ministero Lucia D’Alessandro e Alessia Tavarnesi ha sostenuto che quella non è la collana d’oro che lei stessa afferma di aver strappato dal collo della vittima. Se venerdì 28 ottobre lo confermerà nell’aula bunker, davanti ai giudici di secondo grado, crollerebbe definitivamente l’unica prova che ha convinto i magistrati di primo grado a condannare Monica Busetto.

Anche per quanto riguarda i gioielli rubati in casa della Pamio dopo l’omicidio, “Milly” ha cambiato versione così come ha fatto per quanto riguarda il coinvolgimento della Busetto. Nei primi interrogatori ha sostenuto che nulla aveva a che fare con l’omicidio, che aveva combinato tutto lei. Poi, negli ultimi, invece, ha raccontato che non solo era stata spinta da lei, ma che al momento dell’omicidio c’era anche lei in casa della Pamio. Per quanto riguarda i gioielli rubati, in un primo momento, aveva riferito di averli gettati in un cassonetto della spazzatura poco lontano da viale Vespucci, dove abitava la vittima. Poi ha cambiato versione, affermando di aver venduto tutto ad un “compro oro”, ma gli inquirenti non hanno mai avuto conferma, nonostante abbiano setacciato i negozianti di Mestre che trattano gioielli. Quando le è stata mostrata la collanina trovata nel porta gioie in casa della Busetto, quella con il dna della vittima, “Milly” Lazzarini ha sostenuto di non riconoscerla: «Non è quella che ho strappato dal collo della Pamio» avrebbe affermato.

Interpress/ M.Tagliapietra. 03.03.2016.- Monica Busetto nella abitazione del papà Benito a Castello 620/L.
Interpress/ M.Tagliapietra. 03.03.2016.- Monica Busetto nella abitazione del papà Benito a Castello 620/L.

C’è attesa, quindi, per quello che la donna sosterrà fra tre giorni in aula bunker proprio per quanto riguarda la collana. Monica Busetto, infatti, è stata condannata sulla base di quella collanina trovata in casa sua. Dopo un primo esame il medico legale aveva escluso che contenesse dna della vittima; dopo il secondo esame da parte del medico legale della Polizia scientifica, invece, è stata rintracciata una presenza davvero minima del dna della Pamio. E sulla base di questa prova è arrivata la condanna a 24 anni e mezzo. Una prova contestata dalla difesa, che ora ha in mano un’arma in più, le dichiarazioni di Lazzarini. Ma “Milly” potrebbe cambiare ancora versione mettendo in difficoltà davvero tutti, pubblica accusa, difesa e anche la Corte d’assise d’appello che deve giudicare Monica Busetto.

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.01.2016.- Delitto Francesca Vianello. Conferenza stampa arresto omicida Susanna Lazzarini. Nella foto Arrestata: Susanna Lazzarini.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.01.2016.- Delitto Francesca Vianello. Conferenza stampa arresto omicida Susanna Lazzarini. Nella foto Arrestata: Susanna Lazzarini.

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