Delitto Carli spunta un prestito di 240 mila euro

Dopo la bella Ljubica Kostic, la donna di Quarto d'Altino finita in carcere, gli inquirenti cercano un'altra serba
Ljubica Kostic e il luogo del delitto
Ljubica Kostic e il luogo del delitto
TRIESTE. Aldo Carli aveva prestato 240 mila euro a una cittadina serba. È la donna che gli investigatori stanno cercando con un mandato di cattura internazionale. Lei e altri due connazionali sono ritenuti gli autori dell’omicidio dell’ex gioielliere di settantacinque anni nella villa di Opicina. I prestiti sono avvenuti tra il 2011 e il 2017, in denaro contante e in gioielli. Un aspetto, questo, che conferma lo stretto rapporto che la vittima aveva con almeno uno degli assassini. Di mezzo, come dimostrato dagli investigatori, c’erano un traffico di oggetti preziosi e un giro di favori sessuali.


La lista dei soldi, delle collane, delle monete d’oro e degli orecchini che l’ex commerciante aveva ceduto alla donna ricercata, emerge da una denuncia di truffa che l’uomo aveva presentato proprio contro di lei l’8 maggio scorso alla stazione dei carabinieri di Opicina. Carli, evidentemente, si sentiva pressato da richieste incessanti. E i quattrini, versati a colpi di migliaia di euro, non gli venivano mai restituiti. La denuncia, forse, serviva per mettere la donna alle strette: un modo, si presume, per costringerla a rifondere i debiti. Nonostante ciò, lui continuava comunque a darle denaro e monili.


L’elenco è lunghissimo. Tutto comincia a fine estate 2011 quando si presentano due clienti nel negozio di Carli, allora ancora in attività: chiedono di far analizzare una polvere che, come appurerà il commerciante, non ha alcun valore. Qualche mese dopo si ripresenta una delle due donne (l’attuale indiziata) che domanda il primo prestito: 10mila euro per evitare uno sfratto. La serba ritorna a giugno dell’anno dopo, stavolta ha bisogno di rimborsare un debito verso una banca di Belgrado. Nei sei mesi successivi Carli le dà monete d’oro per un valore di oltre 18mila euro.


Siamo a dicembre del 2012 quando la donna vuole altri 1.750 euro per un deposito cauzionale di un appartamento in viale XX settembre: Aldo le consegna orecchini e catenine. A febbraio si arriva invece a 9.750 euro in contanti per l’acquisto di una Mercedes per il marito. Le transazioni successive, per migliaia di euro, avvengono pure con ricariche postepay. Le motivazioni sono le più disparate: improvvisi interventi chirurgici, funerali, medicine, la figlia che ha bisogno di cure e, come si legge dai verbali, perfino per «pagare il Tribunale di Udine per la condanna di una truffa di un prete». Intanto l’avvocato di Ljubica Kostic, la quarantacinquenne serba, residente a quarto, detenuta con il sospetto di aver preso parte all’omicidio di Carli, chiederà la scarcerazione dell’indagata. «La mia assistita - ribadisce il legale Paolo Codiglia - non ha posto in essere alcun atto in relazione con l’accaduto».
(g.s.)




Argomenti:delittiomicidi

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia