Delega alla voga, Giusto verso la rimozione

Valutazioni a Ca’ Farsetti da parte del sindaco dopo l’indagine avviata dalla procura sul ruolo del consigliere nelle remiere

VENEZIA. Giovanni Giusto va verso la rimozione dalla carica di consigliere delegato del sindaco alle Tradizioni e alla Voga. A Ca’ Farsetti le bocche sono cucite in questo momento sulla spinosa vicenda che coinvolge il capogruppo della Lega in Consiglio comunale e fino a pochi mesi fa – prima che si dimettesse in seguito in particolare a un’interpellanza presenta dal consigliere del Movimento cinque Stelle Davide Scano sul suo possibile conflitto di interessi - anche presidente del coordinamento delle società remiere.

Dopo infatti l’invio dei carabinieri da parte della Procura della Repubblica di Venezia in Comune per chiedere e acquisire documentazioni sul ruolo di Giusto e sulla possibile accusa di falso per avere dichiarato all’Amministrazione di non rivestire altre cariche in enti pubblici o privati al momento della sua nomina a consigliere delegato, anche il sindaco Luigi Brugnaro starebbe riflettendo sulla prassi da seguire.

In giunta - quando già erano iniziate a circolare le lettere anonime, oltre che le interpellanze di Cinque Stelle e Gruppo Misto che poi sono finite anche sul tavolo della magistratura veneziana e che mettevano in discussione il possibile conflitto di interessi di Giusto nel doppio ruolo di consigliere delegato alla voga e responsabile delle remiere, occupandosi quindi anche dei finanziamenti erogati da Comune e da Vela verso le stesse società - Brugnaro aveva ribadito la piena fiducia nel consigliere leghista, considerando chiusa la faccenda.

Ora, però, con il fascicolo aperto dalla Procura e i possibili profili di reato a carico di Giusto, la sospensione almeno cautelativa di consigliere delegato alle Tradizioni e alla Voga sembra quasi inevitabile. «C’è un’indagine in corso e lasciamo lavorare i magistrati», è l’unico laconico commento del consigliere del Gruppo Misto Ottavio Serena, tra gli autori delle interpellanze sui possibili conflitti di interesse. «Conosco Giovanni Giusto sin da ragazzo e so della sua genuina passione per la voga» commenta il consigliere della Lista Brugnaro Maurizio Crovato «e per questo ha la mia piena solidarietà in questa delicata vicenda da cui spero che possa uscire nel modo migliore. Aggiungo solo che la lotta politica non si fa con le lettere anonime».

Se però anche le verifiche la stessa Segreteria generale del Comune sta conducendo da qualche mese, dovessero concludere che ha mentito nel dichiarare di non ricoprire altri ruoli pubblici e privati, si porrebbe anche il problema della sua possibile decadenza anche da consigliere comunale. Il primo dei non eletti della Lega alle elezioni amministrative avrebbe già avviato da tempo un’azione legale nei confronti di Giusto proprio per chiederne la rimozione, sulla base delle accuse che ora sono anche all’attenzione della magistratura e che erano anche nella lettera anonima acquisita anche dai giudici. E sulla vicenda del consigliere si innesta perciò anche la conflittualità interna alla Lega, che ha visto spesso Giusto non in piena sintonia con la linea propugnata dalla segreteria provinciale del partito e dello stesso Salvini, a cominciare anche dalla questione del referendum sulla separazione tra Venezia e Mestre, a cui ora Brugnaro si oppone, dopo averlo ritenuto ammissibile in campagna elettorale e che la Lega invece sostiene. A Giusto si è rimproverata anche dal suo partito una posizione un po’ ambigua nel merito.

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