Degrado in centro a Mestre, bivaccano senzatetto e ubriachi

Nuova protesta da via Querini: «Mangiano per terra, c’è sporcizia ovunque. Nessuno ci ascolta»

MESTRE. A tornare a protestare sono anche i residenti di via Querini, che segnalano una situazione che in questi giorni e specialmente in alcune fasce orarie, è peggiorata.

Nel pomeriggio i residenti di alcuni condomini, soprattutto quelli più vicini alla mensa di via Querini che in questo periodo è chiusa ma consegna un pacchetto con il cibo ai poveri e meno abbienti, si ritrovano a dover letteralmente scavalcare persone che dormono davanti alla porta delle proprie abitazioni, ubriachi che fanno la pennichella distesi sul marciapiede, oppure gente che fa la pipì dove capita. «Vengono a consumare i pasti in giro», spiegano gli abitanti, «si siedono a terra e mangiano. Poi lasciano carte, cartine, resti, tutto là dove hanno pranzato. Ecco perché poi ci sono i topi che scorrazzano per le vie. Così ci tocca sempre chiamare gli addetti, o i vigili, qualcuno che pulisca, mentre loro fanno dell'altro».

Si tratta, per gli abitanti storici, di una questione di decoro, di ordine pubblico, di qualità della vita che - raccontano - è colata a picco. Il problema, in estate, si fa sentire di più anche per via del caldo e per il fatto che si può stare fuori più a lungo e non necessariamente chiusi in casa.

Mestre, allarme microcriminalità, residenti esasperati: «Chiediamo controlli 24 ore su 24»
Scene di spaccio in via Fogazzaro a Mestre

Dalla mensa di via Querini nei giorni scorsi, avevano fatto sapere che il giardino interno viene comunque aperto, che i poveri vengono invitati a consumare il sacco dentro e che una buona metà delle persone che ricevono il cestino non si sposta fuori per mangiare, ma rimane là. Sta di fatto che evidentemente, qualche disagio si crea. «Siamo condannati a rimanere qua», aggiungono i residenti, «perché le nostre abitazioni non le vuole più nessuno, o le svendiamo agli stranieri o ci tocca rimanere qui e convivere ogni giorno con i medesimi problemi consumandoci la voce senza venire ascoltati da nessuno». (m.a.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia