«Degrado e incuria il sindaco venga in viale Garibaldi»
Il selciato spesso sconnesso, i parcheggi inesistenti, la pista ciclabile dove si scontrano le bici perché è stretta, le aiuole poco curate. Sono diversi i commercianti del tratto di viale Garibaldi ricompreso tra l’incrocio con via Fradeletto e via Stuparich, i quali fanno notare una situazione che, spiegano, andrebbe presa in mano prima che degeneri. «Non vogliamo che il viale finisca come le zone degradate di Mestre», dicono senza mezzi termini Antonella Maschio, del Salone Miss e Aldo Di Pol del Mary Bar. I quali elencano i problemi: «In rotonda c’è gente che bivacca sulle panchine, notte e giorno, lasciando a terra di tutto, compresi i loro bisogni».
Una volta, ricordano i commercianti, si organizzavano diverse iniziative, poi sono state sospese, tra cui la gara ciclistica, mostre e fiere di auto d’epoca. «Abbiamo cercato di dar vita a una iniziativa il 29 maggio scorso», racconta Antonella Maschio, «e alla fine gli uffici comunali ci hanno detto che non si poteva fare dopo che ci lavoravamo da mesi spendendo energie e risorse». «Quello che vorremmo è una maggior cura e decoro. Le aiuole sono ricoperte da uno strato di telo che è brutto da vedere, tutto rotto, ci sono dei cespugli che se non ci fossero sarebbe meglio: perché non mettere fiori?».
Non solo: «Non capiamo come potino le piante», spiega Aldo di Pol, «dagli alberi cadono i rami e la gente rischia di prenderseli in testa». E poi la ciclabile: «Non la usa nessuno, le bici corrono in strada, a volte si scontrano, e non c’è mai un vigile che controlli e dia una multa a chi non rispetta le regole. Senza contare che non ci sono parcheggi né davanti all’alimentari né davanti al Fleming: i camioncini che scaricano occupano una corsia e se dall’altra parte arriva un’auto o un pullman si impianta tutto. Anarchia totale. E dire che vorrebbero far passare gli autobus doppi». La soluzione potrebbe essere un senso unico e delle striscie blu, almeno si potrebbe parcheggiare, secondo i negozianti in questione.
«La sera non passa nessuno, alle sette e mezza chiusi i negozi è vuoto, i locali sfitti tra il mio bar e via Fradeletto sono numerosi, qualcuno vorrebbe anche aprire», chiarisce Di Pol, «ma mancano le condizioni». Aggiunge il titolare: «Davanti al mio locale ho ben cinque cassonetti fronte plateatico, che in estate non è il massimo». Concludono: «Il nostro timore è che tra cinque anni se nessuno interviene, questa zona si degraderà, non ci sarà più nessuno di aperto e tutti scapperanno. Invitiamo il sindaco a fare una passeggiata e chiediamo telecamere».
«Il Viale è la porta di Mestre», aggiunge Annalisa della gastronomia omonima di viale Garibaldi 7, «è il nostro biglietto da visita, il boulevard della città, e come tale andrebbe trattato. Noi abbiamo un grosso problema a Mestre: non abbiamo un assessore al commercio che si interessi della città, non c’è un referente, un punto di riferimento. Ok, non ci sono soldi, ma a volte non servono solo quelli. Siamo disponibili, ci rimbocchiamo le maniche, possiamo organizzare eventi, ripulire l’area, ma abbiamo bisogno di metterci insieme da una parte, e di essere coordinati dall’altra».
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