Degrado all’Ex Scalera arriva “Striscia la notizia”

L’inviato Moreno Morello alla Giudecca per parlare con gli assegnatari degli alloggi abbandonati e mai finiti e poi a Mestre nel quartiere di Altobello

La vicenda Ex Scalera della Giudecca e il quartiere Altobello di Mestre finiranno su «Striscia la Notizia» in una puntata dedicata all’abbandono dell’edilizia pubblica. Ieri mattina è sbarcato in laguna Moreno Morello, l’inviato del programma televisivo condotto da Ezio Greggio e Michelle Hunziker, accompagnato da Manuel Tiffi di Venessia.com.

L’associazione veneziana che più volte ha segnalato problemi in città, questa volta ha fatto presente due situazioni che da anni sono sulle pagine dei giornali e che attualmente sono diventate simbolo del degrado di un bene pubblico. Già qualche mese fa Moreno Morello aveva denunciato la situazione dell’ex Ospedale al Mare del Lido. Ora potrebbe toccare allo scandalo delle case della Ex Scalera, abbandonata a metà costruzione a causa della crisi della società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone e del quartiere Altobello di Mestre i cui alloggi, frutto di una collaborazione tra Ater, Comune e Regione, sono fermi.

Proprio qualche giorno fa, a Mestre, i cittadini hanno protestato, sollevando per l’ennesima volta il problema degli edifici abbandonati. Ieri mattina Morello è stato accompagnato da Tiffi e ha ripreso il degrado delle case Ex Scalera. Il giornalista ha inoltre parlato con alcuni degli assegnatari, pescati nel 2010 a sorte dal Comune tra una lista di veneziani e residenti, per avere una testimonianza diretta. La situazione è sempre più drammatica: tutto bloccato fino a quando Acqua Marcia non dichiarerà fallimento. Morello si è poi spostato a Mestre nel quartiere che più volte i cittadini hanno denunciato essere diventato quasi un rifiuto a cielo aperto e il paesaggio è uguale a quello della Giudecca. Si tratta infatti sempre di case destinate ai cittadini che, per inghippi di varia natura, sono abbandonate.

Vera Mantengoli

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia